Comincia l’era glaciale: la Fia congela i motori dal 2008

giovedì 1 novembre 2007 · Regolamenti
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Nel 1990 ci volevano 20 miliardi di lire per portare avanti un team in Formula 1: non si vinceva, ma si faceva una dignitosa figura. Nel 2007 l’equivalente di quella cifra non basta neanche per un terzo della stagione. E non c’entra solo l’inflazione: ci sono più dipendenti da pagare, più test da affrontare, più idee da valutare.

È in questo ambito che la FIA inserisce la nuova normativa sui motori congelati: per dieci anni non ci sarà spazio per progettare, sviluppare o costruire nuovi componenti. Si risparmierà una fetta consistente del budget, ma il rischio è che le squadre vadano a investirla altrove, nei settori che ancora godono di troppa libertà. L’aerodinamica, per esempio.

Mosley punta l’indice contro la tecnologia nascosta, quella che prosciuga le riserve economiche e che non genera spettacolo in pista: “Attualmente i profitti vengono sprecati dagli ingegneri per i loro divertimenti. Di conseguenza ogni squadra è costretta a vivere sulle sovvenzioni dell’industria dell’auto di cui fa parte oppure sul denaro concesso dagli amici miliardari”.

Un problema di tutti, insomma. Dei piccoli team, ma anche dei grandi costruttori che hanno i portafogli più gonfi: “Finché non si risolverà la questione dei costi – aggiunge Mosley – non dovremmo perdere tempo a discutere il modo in cui distribuire i ricavi. Il rinnovo del Patto della Concordia è secondario”.

Un’altra ancora di salvataggio arriverà con l’attuazione di progetti per l’efficienza energetica: “Stiamo assistendo ad un vero cambio di filosofia alla FIA – osserva Nick Fry – e penso sia molto positivo. Noi della Honda siamo favorevoli all’80% per cento delle proposte, perché difficilmente ci sarà la Formula 1 in futuro se non ci muoveremo in questa direzione”.

Al vaglio dei tecnici, anche i sistemi di recupero dell’energia. Ma è su elementi del genere che Bernie Ecclestone continua a nutrire forti dubbi: “Siamo già abbastanza ecologici e sinceramente non credo che affidarci a questo tipo di tecnologia possa rendere i costruttori più felici”.

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