Abu Dhabi, Vettel in pole. Ma è polemica sulla nomina di Emanuele Pirro

sabato 13 novembre 2010 · Gran Premi
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Si chiamavano sovrasterzo e graining i fantasmi delle prove nel box della Ferrari. Sintomi di una strategia che stava cambiando: assetto aggressivo per portare subito in temperatura le gomme e cercare a tutti i costi la pole che invece va un’altra volta a Sebastian Vettel.

In prima fila si piazza anche Hamilton. Terzo è Alonso, davanti a Button. Quinto Webber, scuro in volto perché prende bandiera e si fuma l’ultimo giro. Alonso parla pochissimo: “Sarà una gara lunga e dura per tutti, ma siamo in una posizione di forza”.

Pensa solo alla pista, la Ferrari. Non una parola sulle combinazioni vincenti per domenica, non una parola sull’ultima polemica della stampa estera in merito alla nomina di Emanuele Pirro nel collegio dei commissari di gara. Bild attacca: “Sarebbe come se ai Mondiali di calcio per la finale fra Italia e Germania si convocasse un arbitro che è nato a Roma”.

Charlie Whiting spiega come stanno le cose: “Qualche anno fa Max Mosley ordinò che venissero nominati soltanto i commissari non associati a una squadra oppure a un pilota. Nella pratica sfortunatamente non è sostenibile perché non ci sono abbastanza nomi fra cui scegliere”.

Da quando la FIA ha istituito la figura dell’advisor, Pirro è il primo italiano ex pilota che supporta la giuria: “Se c’è un italiano che non ha niente a che fare con la Ferrari – dice – sono proprio io”. Nel 1988 faceva il collaudatore per la McLaren e poi nel DTM l’ha sponsorizzato la Red Bull. Quindi…

Nell’intervista sulla Stampa rivela: “(Dalla FIA) mi avevano chiesto la disponibilità già all’inizio dell’anno. Mi ero offerto per Monza, poi però i miei orari erano incompatibili”. Così è finito negli Emirati Arabi, nella gara più calda: “Spero che non si verifichino condizioni controverse. Non è facile come mestiere”.

Qualcuno s’è lamentato anche in Italia perché è una nomina che dà adito a sospetti. Risponde Pirro a RaiSport: “Ho letto cose poco carine in giro, ma una volta che ti metti questa camicia, se anche ci fosse tuo figlio in gara, la responsabilità sarebbe così grande che i colori delle macchine non li vedi più”.

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