Ferrari, salta anche Aldo Costa: adesso il nuovo vertice tecnico si scinde in tre aree

mercoledì 25 maggio 2011 · Mercato
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Cade un’altra testa a Maranello. A gennaio la Ferrari aveva rimosso Chris Dyer in favore di Pat Fry, adesso la vittima è Aldo Costa che lascia la direzione tecnica. Luca di Montezemolo dopo Shanghai aveva chiesto miglioramenti “in tempi brevi”. È passato un mese: domenica Alonso ha chiuso la corsa da doppiato.

Costa paga il conto per le promesse mancate. Per il 2011 si era impegnato a sfornare “una macchina estrema ai limiti del consentito”. Che invece non si è mai vista. Aveva pure assicurato l’alettone anteriore su imitazione della Red Bull. Uno soltanto l’azzardo tecnico, il flap posteriore più alto: bocciato in Spagna dalla FIA dopo le prove libere.

Laureato all’università di Bologna, Costa era entrato alla Ferrari nel 1995 dopo 8 anni di esperienza alla Minardi. Nel 2008 aveva assunto la direzione tecnica che adesso la Scuderia scinde in tre aree: autotelaio affidata a Pat Fry; produzione a Corrado Lanzone; motori ed elettronica che resta a Luca Marmorini.

Tre dipartimenti distinti, tre uomini di riferimento diversi. Un modo per alleggerire anche le responsabilità nel momento in cui scatta la progettazione per la macchina del 2012. Perché la Ferrari non lo scrive, ma il Cavallino è già proiettato sull’anno che verrà.

Nel nuovo organigramma manca ancora il ruolo ufficiale per Nicholas Tombazis. Alla presentazione della F150 si era lamentato del fatto che ci fosse poca libertà tecnica “per costruire sistemi sofisticati”. Poi prima di Istanbul con coraggio sul sito ufficiale della Ferrari ha dipinto il dramma dello sviluppo della rossa: “La mancanza di innovazione non è un’accusa del tutto infondata. Sulle macchine degli avversari vediamo soluzioni innovative che sono state portate avanti in modo più aggressivo rispetto a noi“.

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