Niente kers ai piccoli: complesso e costoso. E dal 2014 diventa ers

martedì 31 gennaio 2012 · Tecnica
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Le piccole squadre continuano a snobbarlo, quest’anno comincia a usarlo la Caterham solo perché glielo fornisce Renault e perché rispetto alla vecchia Lotus adesso ha ambizioni più serie. Invece Marussia e Hispania restano dell’idea che il kers è un aggeggio troppo complesso e troppo costoso.

John Booth sentito da Autosport dice: “Noi dobbiamo guadagnare i secondi, non i decimi”. Cioè: l’apporto velocistico del sistema di recupero dell’energia è scarso rispetto a quello che si può guadagnare se si investe altrove. “E poi il nostro principio è quello di un team low-cost nell’era della riduzione delle risorse”.

A ottobre su F1 Racing Magazine diceva già: “La gente continua a sostenere che il kers è tecnologia verde, ma io ancora devo vedere le cifre che lo dimostrano. Non credo che lo sia, perlomeno non nella forma attuale, in termini di consumo di benzina, smaltimento delle batterie e così via”.

Soprattutto, dal punto di vista dello sviluppo c’è una questione di base: “Che non ha senso investire adesso se nel 2014 avremo una propulsione diversa con un altro sistema di recupero dell’energia“.

Già, perché nel 2014 arrivano i motori sei cilindri sovralimentati e il kers perde la k – che sta per kinetic – per diventare ers perché non recupera esclusivamente l’energia cinetica della frenata, dal momento che in parallelo al meccanismo che sfrutta i freni ce n’è da progettare un altro che utilizza i flussi del turbocompressore.

Per cui cambia anche il livello d’energia da immagazzinare e bisogna studiare delle batterie diverse. A cui non pensa una squadra piccola che ragiona anno per anno.

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