Proprietà intellettuale, Force India perde contro Aerolab. Ma avverte la FIA

venerdì 23 marzo 2012 · Dal paddock
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Si è chiusa il 21 marzo, dopo due anni di accuse e dibattimenti, la disputa tra Force India e Aerolab. Resta aperto nel Regno Unito il procedimento per stabilire l’ammontare delle spese giudiziarie, ma nel frattempo le responsabilità sono chiare.

Il caso risale a novembre del 2009, quando la Lotus in vista del debutto nel Mondiale dell’anno successivo aveva messo in rete le foto del telaio che stava sviluppando. E Force India aveva individuato subito delle somiglianze sospette con la sua macchina, quella che Aerolab, prima di impegnarsi con Lotus, aveva modellato nella galleria del vento di Sant’Agata Bolognese.

Il processo si è trascinato per due anni perché Aerolab da parte sua contestava a Force India il mancato pagamento delle prestazioni tecniche di progettazione e ottimizzazione.

Alla fine la Corte di Londra ha riconosciuto ad Aerolab 850 mila euro di compenso per i versamenti che Mallya non aveva mai completato. Però con la stessa sentenza ha assegnato pure 25 mila euro a titolo di risarcimento a Force India per i dati riservati che Aerolab ha riciclato per “prendersi una scorciatoia”, dice il giudice, nello sviluppo della Lotus.

Force India chiedeva invece 15 milioni di sterline. Perciò tutto sommato Jean Claude Migeot di Aerolab l’ha presa come una vittoria piena: “L’ho sempre saputo che per Force India si trattava solo di un modo per rinviare i pagamenti”. Sulla proprietà intellettuale dei dati dice: “Force India non pagava, noi siamo passati da un giorno all’altro a lavorare con Lotus, quindi non c’è stato il tempo di ripulire i computer e qualcuno si è tenuto i progetti”.

Per Force India invece la faccenda non finisce qua. Almeno a livello sportivo, perché sull’esito del caso giudiziario il team di Mallya vuole sentire anche il parere della Federazione Internazionale. E precisa che in Italia “il procedimento legale contro Tony Fernandes, Mike Gascoyne e Jean Claude Migeot resta aperto”. La proprietà intellettuale è un punto dolente nel paddock: la posizione della FIA non interessa solo Force India.

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