Formula 1 in tv: crollano gli ascolti nel mondo. E non è solo colpa dei cinesi

sabato 16 febbraio 2013 · Fuori tema
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La cifra ufficiale resta segreta, ma la notizia è che l’audience della Formula 1 che nel 2011 contava 515 milioni di spettatori, secondo le stime di Christian Sylt sul Guardian adesso si è ristretto a poco più di 500 milioni.

I rilevamenti si riferiscono al numero medio di spettatori che nel corso della stagione si soffermano su una corsa di Formula 1 e resistono almeno quindici minuti senza cambiare canale.

Ecclestone commenta: “Ci sono alcuni territori che hanno disatteso le aspettative”. Gli ascolti per esempio sono scesi del 13 percento in Russia e del 3 percento negli Stati Uniti. Ma il calo risente soprattutto del disinteresse che è maturato in Cina, dove la platea della Formula 1 si è ridotta del 34 percento e ha perso qualcosa come 25 milioni di telespettatori.

“Il mercato cinese – va avanti Bernie – sta soffrendo una riduzione che non viene assorbita nemmeno da un numero significante di incrementi che registriamo altrove”. Ovvero in Brasile, in Spagna e in Italia.

La prospettiva è che nell’anno nuovo i numeri continuino a calare per effetto del passaggio alla pay-per-view in Olanda, Italia e Francia. L’Inghilterra, che nel 2012 ha già sperimentato la scissione del campionato tra la televisione in chiaro e quella a pagamento, ha fatto segnare una brusca flessione del 10 percento perché i tifosi si sono dati allo streaming selvaggio su internet.

“Stiamo monitorando – avverte Eric Boullier della Lotus – questa nuova strategia di andare a pagamento. Potremmo avere la necessità di rivedere le sponsorizzazioni”. Ma è una tendenza che comunque le squadre non contestano perché la partnership con le pay tv assicura una quota fissa di introiti per un incremento di ricavi del 25 percento rispetto alla trasmissione in chiaro. Non è solo Bernie Ecclestone che ci guadagna.

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