Centraline, McLaren rassicura i team. Ma in Australia il software ha toppato

giovedì 21 marzo 2013 · Tecnica
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Alla partenza non è mai stato un mastino, però Mark Webber non ha nessuna colpa per l’avvio a rilento che gli è costato subito cinque posizioni al Gran Premio d’Australia, perché la Red Bull ha pagato dazio per un’anomalia alla centralina elettronica.

Christian Horner nelle interviste lasciava intendere che la responsabilità del guasto fosse della McLaren che dal 2008 fornisce le centraline a tutte le squadre.

Martin Whitmarsh in risposta alle accuse aveva spiegato che l’elettronica specifica della squadra può indurre dei disturbi nel software, perché per regolamento c’è una parte di codice che ogni team può scriversi in autonomia e che rischia di creare dei conflitti con l’architettura di base.

La McLaren in ogni caso dopo la corsa ha condotto un’indagine sui dati che ha scaricato dalla macchina di Webber e mercoledì ha rivelato che effettivamente un malfunzionamento c’è stato e “ha richiesto il riavvio del sistema – scrive il team – nel corso del giro di ricognizione, danneggiando la preparazione della partenza”.

Quello che le squadre montavano in Australia e che continueranno ad impiegare per tutta la stagione è l’ultimo step della centralina che la McLaren ha studiato già in funzione della gestione dei motori turbo del 2014. Un’evoluzione che ha manifestato segni di squilibrio già nei test invernali e che perciò adesso non fa stare tranquillo nessuno.

Whitmarsh però con orgoglio annota: “Abbiamo sviluppato questa centralina anche per Nascar e IndyCar. Non abbiamo mai fatto fermare una macchina”.

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