Silverstone, Pirelli shock: l’analisi. E Todt convoca il vertice d’urgenza

lunedì 1 luglio 2013 · Gran Premi
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Il pallino adesso ce l’ha in mano Jean Todt e il gioco lo conduce lui. Pirelli a neanche due ore dalla bandiera a scacchi di Silverstone, domenica ha ricevuto la convocazione per un meeting straordinario al Nürburgring dove mercoledì mattina la casa della Bicocca deve riferire sull’esito drammatico e preoccupante del Gran Premio di Gran Bretagna: “E credo – tuona Chris Horner – che verranno poste delle domande molto serie”.

Al di là dello scandalo sulla gestione incauta dei test con Mercedes e Ferrari, Pirelli viene da due mesi tribolati. In Bahrain aveva modificato l’allocazione delle mescole per andare sul sicuro con l’usura. Ma proprio in Bahrain è entrato nel conto anche lo shock dei cedimenti: due con Massa, uno con Hamilton.

A quel punto la questione si è giocata su due livelli: la prestazione e la sicurezza. Che Red Bull ha cavalcato con decisione per venire a capo dei problemi di consumo della RB9 che si mangia il battistrada. E di fatti valutata sotto il profilo della sicurezza, la modifica strutturale era passata. Solo che poi in gara le gomme nuove non si sono mai viste.

Ad ogni modo, Pirelli giurava che anche con la vecchia costruzione la delaminazione era scongiurata grazie alla riconfigurazione del processo d’incollaggio delle spalle. E poi Silverstone ha rimesso tutto in discussione: ha ceduto la posteriore sinistra su Hamilton, Massa, Vergne e Perez che sabato già ne aveva distrutta una; si è sfasciata l’anteriore sinistra a Gutierrez; appena prima del pit-stop una foratura l’ha patita pure Fernando Alonso. E gli era capitato anche in Spagna.

“Una situazione preoccupante”, dichiarava Jonathan Neale che a gara in corso si è fatto carico di aprire un filo diretto con Hembery per monitorare lo stato delle gomme. Mentre Charlie Whiting valutava di esporre la bandiera rossa: “Una cosa del genere non l’avevo mai vista. Poi considerate che anche i commissari per rimuovere i detriti erano esposti a un grosso rischio”.

Perciò Hembery domenica in parco chiuso era circondato dai microfoni. E non aveva risposte: “La dinamica che abbiamo riscontrato è del tutto nuova e dobbiamo indagarla”. Diverse le ipotesi: detriti, cordoli taglienti e pressione troppo bassa in relazione alle sollecitazioni laterali che impone Silverstone e alle temperature che domenica si sono significativamente alzate rispetto a sabato.

Ma il pensiero di Whitmarsh riassumeva benissimo il punto di vista di tutto il paddock: “Sulle piste i detriti ci sono spesso, le gomme li devono tollerare“.

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