Gran Premio di Corea 2013, gara

domenica 6 ottobre 2013 · Race highlights
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Mister prima posizione, tra Spa e Yeongam è stato al comando per 209 giri su 213; le statistiche dicono che Vettel in tutto il 2013 ha percorso in testa più giri di chiunque altro, trecento più di Rosberg che è secondo nella graduatoria. Seb in Corea è incontenibile: non è il dominio schiacciante di Singapore, ma è comunque la quarta vittoria di fila. Che gli dà il match-ball per Suzuka.

Alta scuola. È grandissimo Raikkonen, da nono a secondo. Intelligente la mossa di anticipare i pit-stop; sadica la manovra su Grosjean che sbaglia il riavvio dopo la safety car: “Si è spostato due volte a sinistra, ma alla fine l’ho avuta vinta io. Per radio mi hanno detto che c’erano bandiere gialle sull’altro rettilineo. A quel punto sapevo che non m’avrebbe passato più”.

Ad maiora. Nel giorno in cui anche la McLaren gli manda a dire che non c’è lui sulla lista dei candidati per il 2014 dopo che già l’ha cestinato malamente la Ferrari un mese fa, Hulkenberg porta la Sauber ai piedi del podio, anche meglio di Monza dove era arrivato quinto. Così Hinwil raggiunge la Toro Rosso a 31 punti, tutti di Hulkenberg.

Ad… minora. Dopo le qualifiche, Alonso non s’era illuso, arriva sesto con un cerchio alla testa per colpa del graining. E Massa al via si gira da solo alla frenata del secondo rettilineo, poi recupera fino al nono posto. Questa rossa in Spagna vinceva.

Déjà vu. Perez lascia per strada il battistrada dell’anteriore destra che si delamina di netto. Ci mette del suo perché un attimo prima ha tirato una staccata in fondo al rettilineo dei box. Ma Pirelli dopo Silverstone aveva giurato che il pericolo di delaminazione fosse scongiurato con la nuova costruzione.

Follie/1. In testacoda Sutil sbatte col retrotreno nella fiancata di Webber. La Red Bull prende fuoco, i commissari ci mettono un tempo infinito per presentarsi con gli estintori. E quando arrivano, deve dirigerli Webber. Nel frattempo da un’altra postazione entra in pista il suv dell’antincendio quando Whiting ancora non ha autorizzato la safety car.

Follie/2. Sulla Mercedes di Rosberg cede l’attacco del musetto. Lui con l’ala che striscia sull’asfalto e spara scintille fa tutto il giro e rientra ai box per la sostituzione. Non dà nemmeno strada a Hamilton che in quel momento l’incalza.

Tifo e tifone. Le squadre erano preoccupate per il tifone che dalle Filippine si dirigeva verso la Corea e invece all’ultimo momento ha deviato verso il Giappone. Non s’è vista nemmeno una goccia d’acqua, ma a metà gara il pubblico già sfollava: la Formula 1 proprio non entra nel cuore dei coreani.

Risate a denti stretti. La battuta più bella del week-end è di Alonso che su Twitter posta la foto di Webber che sbircia nell’abitacolo della Ferrari dopo le qualifiche: “Non ci pensare nemmeno, niente taxi. Meglio se finiamo la gara tutti e due”. La controversia di Singapore ha lasciato il segno.

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