Magnussen, non solo McLaren: “Ma qualcuno non ha mantenuto la parola”

mercoledì 27 novembre 2013 · Mercato
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Il 13 marzo del 2010, Kevin Magnussen entrava nell’orbita della McLaren, il 6 novembre del 2012 era in testa nelle prove di Abu Dhabi con le giovani leve, il 19 ottobre del 2013 vinceva il campionato di Formula Renault 3.5 a Barcellona. Da lì, il passo brevissimo verso la massima serie mentre si arenava il negoziato per la conferma di Sergio Perez.

Minuto nel fisico e nella gavetta, Magnussen parte anche più in basso di Hamilton, senza GP2 e direttamente in una realtà immensa e complessa come la McLaren. Che infatti per lanciarlo stava valutando di piazzarlo in apprendistato altrove. È il retroscena che in Brasile ha svelato Martin Whitmarsh su formula1.com.

“Pensavo – confessa – che potessi trovargli un posto. E in effetti un accordo c’era, con un altro team manager. Una stretta di mano, però un’intesa vera. Poi questa persona ha fatto un passo indietro”.

Probabile si tratti di Graeme Lowdon della Marussia con cui la McLaren è in collaborazione tecnica strettissima per gli elementi della trasmissione. Lowdon a Sky aveva ammesso: “Magnussen nei test ha sorpreso. Noi come gruppo cerchiamo di portare dei giovani in Formula 1, quindi lui è sulla lista”. Ma all’inizio di ottobre correva pure voce che Woking avesse offerto a Force India la cancellazione di un vecchio debito di otto milioni di dollari in cambio di un volante.

Insomma la promessa qualcuno non l’ha mantenuta: “Sto in Formula 1 da 25 anni – va avanti Whitmarsh – e ancora non me ne faccio una ragione. Sono ingenuo senza speranze. Mi ostino a credere ancora che guardando una persona negli occhi e stringendogli la mano avrai la sua parola. Poi va a finire come nel caso di Magnussen e ci resto di stucco”. A quel punto alla McLaren “abbiamo deciso che ci avremmo provato noi in prima persona”.

Resta da stabilire se l’arrivo di Magnussen sia causa o effetto nell’uscita di Perez: “Ha contribuito. Nel senso che se non avessimo avuto Kevin, allora probabilmente Checo starebbe ancora con noi. Ma è anche vero che Perez è arrivato per stare sul livello di Button. E Button è una pietra di paragone difficile”.

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