Jean Todt vince facile, alla Fia senza opposizione. E spara contro la stampa

venerdì 6 dicembre 2013 · Politica
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Vince facile Jean Todt: dall’Assemblea Generale ottiene formalmente il secondo mandato alla presidenza della Fia, ma in corsa c’era solamente lui. David Ward voleva dare un assetto diverso alla Federazione, un consiglio d’amministrazione che pubblicasse i resoconti come in un’azienda vera. A metà novembre però è uscito dai giochi perché non s’è procurato tutte le lettere di sostegno che gli chiedeva il regolamento.

Resta questo il punto più controverso della campagna elettorale, perché Todt una buona parte di quei consensi ce l’aveva già da marzo, prima ancora che venissero presentate le agende. Perciò Ward a ottobre aveva chiesto l’intervento della Commissione Etica, che fa comunque capo a Todt e che alla fine non ha trovato le prove per dimostrare “che qualcuno sia stato forzato a scrivere le lettere di supporto”.

Lì s’è arenato il disegno politico di Ward. Per cui Todt s’è garantito il secondo mandato senza confronto e senza opposizione. Ma l’insistenza di Ward un risultato l’ha raggiunto, dal momento che la procedura della Federazione comunque è finita sotto analisi in maniera esplicita, così come tutto l’impianto di gestione.

Secondo I Trust Sport Ltd, la compagnia indipendente che analizza le politiche dello sport e ha fatto le pulci alla Fia, le aree di miglioramento si concentrano soprattutto sotto il profilo finanziario:

La Fia amministra uno sport popolare e complesso. Fa molte cose per bene, come investire negli addestramenti e nella sicurezza, ma pecca in trasparenza finanziaria.

Todt giustamente nega, spara contro i media in un rapporto che doveva restare confidenziale e che invece è finito su internet: “Mi spiace profondamente che nel corso delle ultime settimane siano state diffuse insinuazioni infondate sulla Fia. Peggio ancora, che la stampa sia stata usata per diffondere queste dichiarazioni false“. Ma lui non ha mai articolato una replica ufficiale.

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