Musetti bassi, il sospetto: la struttura antiurto è ancora un pericolo?

mercoledì 12 marzo 2014 · Tecnica
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Si è praticamente sfasciata la punta della proboscide della McLaren mentre i commissari – senza molta grazia – caricavano la macchina sul carro attrezzi per portarla ai box dopo un’uscita ai test di Sakhir.

La fotografia l’ha rubata Auto Motor und Sport, è successo con la MP4/29, ma le caratteristiche costruttive sono comuni per tutti perché la vera struttura antiurto, quella che deve reggere negli impatti, comincia più indietro. Abbastanza in alto per costituire ancora un elemento di pericolo negli incidenti a dinamica T-bone, quando una macchina colpisce di testa il fianco di un’altra. Quello che la Federazione voleva scongiurare quando ha cominciato a pensare ai musetti bassi. Ha spiegato Charlie Whiting:

Tante squadre hanno pensato delle soluzioni che non somigliano a quelle che avevamo in mente noi. Ad ogni modo, siamo tranquilli perché la vera parte strutturale adesso è comunque più bassa rispetto all’anno scorso, diciamo circa 200 millimetri, quindi la situazione è migliorata e sarà ulteriormente sistemata l’anno prossimo.

La verità è che la conformazione dei nuovi nasi viene fuori da un compromesso perché è chiaro che negli urti laterali un muso più basso è meno pericoloso, ma bisogna pure tenere in conto che la punta è fatta per cedere.

Altrimenti siccome la struttura antiurto posteriore è più alta rispetto a quella del muso, nei tamponamenti può succedere che la vettura che segue vada a infilarsi letteralmente dentro quella che la precede. E pure questa è una prospettiva inquietante.

Fia, McLaren, Sakhir, Whiting,