Estende il contratto… per fare tutt’altro: lo strano caso di Adrian Newey

sabato 14 giugno 2014 · Mercato
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È un contratto pluriennale, ma i dettagli la Red Bull li farà sapere soltanto “a tempo debito”. Sta di fatto che da domenica mattina Adrian Newey è blindato, probabilmente per sempre. In Canada la Red Bull diramava il comunicato ufficiale che sigla l’estensione e precisa che il futuro di Newey è ancora a Milton Keynes sui progetti di Red Bull Technology.

Significa che l’occupazione principale non è più la Formula 1. Quello di Newey, dice il comunicato tra le righe, diventa più che altro un ruolo di supporto. “Consigliere e mentore” scrive il team. Un po’ come la Ferrari aveva pensato per Rory Byrne.

Horner a Montréal era entusiasta: “Questa è una grande notizia, Adrian si è impegnato per il futuro, ma affronterà altri progetti. Farà cose leggermente diverse rispetto a quello che fa ora, ma darà comunque il suo contributo. Vi diremo di più nel corso dell’estate”. In altri termini: Newey rinnova però va a fare tutt’altro.

In pratica Red Bull con la nuova formula contrattuale asseconda la volontà di Newey che vuole limitare l’impegno nel circo, ma allo stesso tempo toglie dal mercato il guru dell’aerodinamica e della meccanica e lo nega alla Ferrari che – non è un mistero – l’aveva puntato.

Perché Montezemolo, come su tanti temi anche più seri, in merito all’inserimento di Newey nell’organigramma di Maranello un po’ alla volta ha cambiato opinione. Nel 2011 diceva: “Rispetto tutto quello che ha fatto, ma conosco i miei uomini e so che possiamo avere una vettura competitiva”. L’anno successivo già correggeva il tiro: “Se fosse disponibile perché no? Ma sua moglie ha un’idea dell’Italia come di un paese del terzo mondo”.

Alla fine, dal Cavallino l’offerta per il 2015 è partita. Per strappare Newey ai bibitari Helmut Marko raccontava che la Ferrari ha messo sul piatto “almeno il doppio” di quanto già paga la Red Bull. Venti milioni di sterline secondo il Times. E la proposta l’ha formulata Montezemolo in prima persona quando è volato a Barcellona a maggio.

A quel punto Dietrich Mateschitz ha sentito la pressione, ha preparato la controproposta e l’ha spuntata lui. Con buona pace di Montezemolo. E sollievo della signora Newey.

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