Spielberg, Austria Felix: terra di energy-drink e ordini di scuderia

venerdì 20 giugno 2014 · Amarcord
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Il suo primo Gran Premio su una pista vera, l’Austria l’organizza nel 1970 all’Österreichring, nella Stiria, tra i comuni di Spielberg e Zeltweg, poco lontano dalla base aerea che nel 1964 ha già ospitato un’edizione fugace e scomposta. L’aveva vinta Bandini, si girava intorno alle balle di paglia.

Idillico, a ridosso delle colline, tra pecore e pastori, l’Österreichring è tutt’altra storia. Piace alle squadre e piace alla gente, diventa la sede di un appuntamento fisso nella settimana di Ferragosto, ininterrottamente dal 1970 al 1987.

Poi l’Austria si prende un decennio di pausa, rimette la pista a lucido e torna nel 1997. Gli investimenti li sostengono la compagnia telefonica di bandiera e il comune di Spielberg. L’Österreichring allora diventa A1-Ring, il circuito di Spielberg e si lega indissolubilmente alle vicissitudini della Ferrari.

Succede che nel 2001 Barrichello sulla linea del traguardo fa gioco di squadra e lascia il secondo posto a Schumacher dietro a Coulthard. È polemica, ma l’anno dopo la Ferrari fa di peggio. Barrichello è in testa, conduce tutta la corsa dalla pole alla bandiera a scacchi, Todt lo frena sul traguardo e gli impone la ragione di squadra per consegnare la vittoria al capo.

La Scuderia prende un milione di dollari di multa perché a indispettire la Federazione è il doppio scambio di posizioni sul podio, il tentativo disperato di placare fischi e polemiche. Per il gioco di squadra nessuna sanzione e nessuna retrocessione, ma Schumi si mette in testa che quella corsa, che nel palmares ancora gli manca, deve vincerla da solo.

E allora nel 2003 mentre il bocchettone della benzina vomita fiamme sulla F2003-GA resta praticamente impassibile al fuoco e alla schiuma degli estintori. Riparte, si pulisce la visiera e va a vincere. Giusto in tempo per prendersi il trofeo che gli mancava, perché quello è l’ultimo anno in cui la Formula 1 corre in Austria prima di uno stop che dura altri dieci anni. Poi arriva Dietrich Mateschitz con l’energy drink, la Red Bull fa valere soldi e autorità, si compra la pista e nel 2014 ottiene un’altra volta il Gran Premio.

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