Spielberg, riflessioni postume: ma la Williams poteva vincerla davvero?

martedì 24 giugno 2014 · Gran Premi
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La parte piena del bicchiere conta 27 punti, quella vuota la vittoria che è sfuggita. Williams fa qualche conto, riguarda le simulazioni e ricalcola i tempi. L’impressione è che in Austria la gara non abbia nemmeno provato a vincerla per andare sul risultato sicuro.

Spiega Smedley: “Siamo stati battuti da una macchina più veloce e da una squadra organizzata meglio di noi, quindi giù il cappello perché loro hanno lavorato meglio. Noi abbiamo avuto dei problemi, abbiamo dovuto gestire la macchina, i freni e le gomme”.

Ma anche alla Mercedes si parlava di gestione in sicurezza dopo il flop di Montréal. Alla fine Smedley conviene: “Si trattava di accertarsi di arrivare terzo e quarto, senza fare niente di stupido. Perché per competere con la Mercedes rischiavamo di arrivare quinti, sesti o anche più giù”.

La tesi di Smedley sostiene che marcando le frecce d’argento al primo stop si poteva provare a restare davanti, ma significava allungare l’ultimo stint col pericolo di rimanere senza gomme. Del resto, Alonso nel finale quasi prendeva Massa. Che infatti dice: “I pit-stop ritardati non c’entrano. Bottas s’è fermato dopo di me e comunque mi ha passato”.

Al solito, Felipe chiama in ballo la sorte: “Sono uscito dietro a una Mercedes (quella di Rosberg, ndr) e l’altra era così vicina, con le gomme calde, che subito mi ha passato. In quel giro ho perso tanto, abbastanza per perdere anche la posizione quando Bottas è uscito dai box. Lui è stato più fortunato di me. Gli hanno pure fatto un pit-stop in 2.1”. Il più rapido di tutto il Gran Premio.

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