Schumacher, le condizioni che nessuno conosce e il silenzio che nessuno rispetta

martedì 17 febbraio 2015 · Dal paddock
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Il recupero resta lungo. E senza certezze. Sullo stato di salute di Michael Schumacher l’unica fonte affidabile resta la voce di Sabine Kehm. Avara nei dettagli, nell’esigenza di rispettare “l’intimità di Michael e della sua famiglia”, su un punto insiste: “La riabilitazione deve continuare lontano dal pubblico”.

L’appello al silenzio e al rispetto l’ha fatto anche Corinna. È servito a poco perché la situazione fondamentalmente resta quella che aveva dipinto Lee McKenzie della Bbc all’indomani dell’incidente di Schumi a Meribel: “Troppi giornalisti che barattano voci e informazioni sbagliate”. E pure troppi blog che rilanciano le indiscrezioni senza fondamento.

Un anno fa, sul tema della privacy e dell’attendibilità delle fonti, F1WEB.it aveva sentito Maurizio Voltini di Autosprint. Lui difendeva la categoria: “Mi pare che raffigurare i giornalisti come degli avvoltoi che marciano sul dramma familiare di Schumacher sia ingeneroso e poco veritiero”.

È passato un anno, troppe volte la voce incontrollata della stampa s’è spinta oltre quella ufficiale. Perché in fondo sazia l’accanimento di chi vuole sapere e non accetta il silenzio. Lo dimostra il completamento automatico della barra di ricerca di Google, quella funzione che rispecchia da un lato l’attività di ricerca degli utenti del web e dall’altro la prevalenza dei contenuti di tutte le pagine che indicizza. A chi digita “Schumacher” suggerisce “condizioni”, “come sta”, “news salute”. La rete chiede, la rete risponde.

Quanto pesa, quanto costano le cure, quanti medici lo seguono. Il silenzio non l’osserva nessuno. Né chi scrive, né chi cerca.

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