Sponsor, divieto per l’alcol come per il tabacco. McLaren rischia 15 milioni di euro

mercoledì 27 maggio 2015 · Politica
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Dicono i numeri che a Montecarlo i marchi dell’alcol si vedono alla media di undici volte al minuto, più che su ogni altra pista perché agli sponsor delle squadre si aggiunge la cartellonistica del principato, dove tradizionalmente alcol e fumo la fanno da padroni.

Sulla reclame delle sigarette l’Unione Europea aveva imposto il divieto nel 2005. E fu allora che la McLaren si spostò da West a Johnnie Walker, malgrado Ecclestone avesse provato ad ammorbidire i divieti almeno in Inghilterra attraverso un finanziamento privato al partito di Tony Blair.

Allo stato attuale, con Philip Morris è la Ferrari l’unica nel paddock che continua a ricevere finanziamenti che si riconducono in qualche modo al tabacco. Ma dopo la contestazione del Times sul significato subliminale del codice a barre sul cofano motore, dal 2010 pure sulla rossa è sparito ogni riferimento anche sottinteso al fumo.

L’intenzione di Eurocare, l’associazione non governativa che in Europa si occupa della prevenzione dei danni correlati all’alcol, pensa a un bando del genere anche per le compagnie di bevande alcoliche, sulla scorta di diverse ricerche dalle quali emerge che “l’esposizione alla pubblicità dell’alcol aumenta la probabilità che i giovani comincino a bere”.

È una questione che le associazioni avevano sollevato già a novembre, adesso dal comunicato del 22 maggio emerge la ferma volontà di andare fino in fondo per fermare “un cocktail pericoloso”, l’abbinamento di alcol e guida.

McLaren prende 15 milioni di euro all’anno dall’omino che cammina, Williams 10 da Martini, Force India 5 da Smirnoff. La Formula 1 è sopravvissuta dopo il tabacco, deve farcela anche senza l’alcol.

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