Il lungo addio a Jules Bianchi: effetto e reazioni dalla rete

lunedì 20 luglio 2015 · Snack news
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In sintesi dalla rete, le reazioni e l’effetto dell’addio a Jules Bianchi: il comunicato di John Booth, la dedica di Max Chilton, le promesse postume di Stefano Domenicali, la decisione della Fia sul numero 17, la gara al ricordo più toccante.

Manor F1 Team, “A statement from Manor Marussia F1 Team”

Sulla pagina Facebook della Manor, il ricordo commosso di John Booth: “Jules era un talento splendente. Era destinato a grandi cose in questo sport, meritava tutto il successo. Era anche una splendida persona, ha lasciato un’immagine immortale per tanta gente che come noi gli riconosceva di essere un pilota motivato, ma anche un ragazzo affettuoso, umile e adorabile che ha illuminato il nostro garage e le nostre vite”.

Pitpass.com, “Chilton dedicates maiden win to Bianchi”

Certe cose forse non succedono per caso. Chilton che per due anni ha diviso la Marussia con Bianchi, la sua prima gara in Indy Lights l’ha vinta nel giorno in cui se n’è andato Jules. E giustamente ha pensato di dedicargliela: “Perché lui avrebbe fatto la corsa perfetta. Pensavo a lui ogni cinque o dieci giri. Da lui ho imparato tanto, questa vittoria è anche sua. Lui sarebbe diventato campione del mondo”.

Repubblica.it, “Domenicali: Bianchi sarebbe passato in Ferrari”

La Ferrari lo stava seguendo e secondo Stefano Domenicali “l’idea era che, dopo la Marussia, andasse in un altro team per crescere ed essere pronto per il grande salto. Questo è quanto avevamo pianificato qualche anno fa”. Sarà. Ma Bianchi a Suzuka, proprio nel weekend del dramma, con amarezza commentava l’ipotesi del trasferimento di Vettel a Maranello: “Vedi squadre come Red Bull che promuovono i loro giovani e ti aspetti lo stesso”.

Fia.com, “FIA to retire car number 17”

Dall’anno scorso i piloti possono scegliere il numero d’iscrizione per tutta la carriera. Bianchi aveva scelto il 17. Su espressa richiesta di Jean Todt, la Federazione Internazionale adesso l’ha ritirato e non l’assegnerà più.

Edoardo Vercellesi, “Una lunga serie di sterili parole”.

S’è corsa sulla rete la gara “al miglior ricordo, alla pubblicazione più toccante, alla foto più evocativa, al filmato più struggente. (…) Improvvisamente tutti conoscevano personalmente Jules, tutti erano suoi amici, tutti lo sostenevano dai tempi del karting. (…) Vedere Jules correre in televisione o fare una foto con lui non significa averlo conosciuto”.

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