Salta ancora l’intesa sui motori alla Red Bull: Ferrari prende tempo per rallentare il nemico

martedì 29 settembre 2015 · Dal paddock
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Non è ancora ufficiale, ma la Mercedes tra le righe ha già detto no. Per la nuova motorizzazione, l’ultima chance percorribile per la Red Bull resta la Ferrari. A Suzuka s’è tenuto un altro incontro che non ha portato sviluppi. Anzi ha irrigidito la posizione del team di Mateschitz che ha fissato i paletti.

Marchionne a giugno era possibilista e l’ha confermato a Monza. Lo staff tecnico del Cavallino invece si mantiene nel limbo. Maurizio Arrivabene non entra nei dettagli dei colloqui: “È lecito – dice – parlare con chiunque senza farsi remore”. Però precisa: “Per concludere un affare, domanda e offerta devono incontrarsi“.

L’offerta della Ferrari per il 2016 è quella di un motore depotenziato, quello del 2015 senza i gettoni di sviluppo. A Sauber e Haas invece andrebbe l’unità evoluta, la stessa delle rosse ufficiali. Disparità di trattamento che Helmut Marko, il portavoce ribelle nei casi di divergenze politiche, su Auto Motor und Sport definisce “sfacciata”:

They are playing games with us. But we don’t want to play along. Our consideration to pull out is fuelled more and more. It is a cheek to offer us 2015-spec engines when, at the same time, Sauber and Haas F1 are going to get 2016-spec engines.

La minaccia è sempre quella: andarsene. Improbabile, visti i contratti d’acciaio con le società di Ecclestone, ma comunque non impossibile. Anche perché come dice Lauda, “ho l’impressione che a Mateschitz sia un po’ passata la voglia e sia meno entusiasta di una volta”. Sai com’è, quando non si vince.

Ad ogni modo, il destino della Red Bull oggi resta in bilico. Lo ribadisce Christian Horner al blog di Adam Cooper: “Siamo in una situazione critica perché di fatto non abbiamo un motore”. Per la verità un motore ce l’hanno: Renault ha già fatto sapere che i contratti in essere, volendo, verranno onorati malgrado la prospettiva di comprare un nuovo team o smettere del tutto. È Red Bull che vuole romperli: “La cosa più importante per noi – sempre Horner – è avere un motore di prima classe, per cui dobbiamo prima di tutto chiudere con il nostro fornitore attuale”.

Il secondo aspetto è organizzativo: “Siamo in ritardo, terribilmente in ritardo. Era già difficile due settimane fa. La Toro Rosso è in una situazione simile, ma per loro è ancora più critico” perché le strutture e le competenze non sono quelle della casa madre.

E qui probabilmente si nasconde la chiave di lettura di un tira e molla strategico: Ferrari è propensa all’accordo come vogliono per ragioni diverse sia Ecclestone che Marchionne; da parte sua Arrivabene finché può sposta la firma in avanti. E rallenta il nemico sulla progettazione della macchina per l’anno prossimo.

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