Au nom de quoi?

domenica 15 novembre 2015 · Fuori tema
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Sfila con la bandiera della Francia a lutto l’automezzo che in Brasile scarrozza i piloti per la parata tradizionale prima del via. La decisione l’ha presa la Fom di Ecclestone, così come è venuta da Bernie anche l’idea del tricolore transalpino al braccio e in sovrimpressione. Perché la Fia invece da parte sua ha scelto la linea della discrezione.

L’aveva anticipato Jean Todt ai microfoni di mezzo mondo, sabato mattina nel corso delle prove libere: “Non è appropriato associare la Federazione a questo avvenimento tragico”. Nel senso che non ci sono ragioni di nazionalità per le quali la Fia sia in dovere di lutto. Del resto, per quanto abbia natali e basi francesi, la Federazione per definizione è internazionale, d’accordo. Ma internazionale è pure l’emergenza, evidentemente.

È una filosofia che infatti fa rumore, soprattutto perché nella scaletta di avvicinamento al Gran Premio c’era già un minuto di silenzio alle 13:45 per la campagna sulla sicurezza stradale e Todt s’è rifiutato di associarlo alle vittime del Bataclan:

Rendetevi conto che ogni giorno, sulle nostre strade, perdono la vita 3500 persone. Sono trenta volte in più rispetto al numero di quelle che sono morte a Parigi.

Ecclestone proponeva una commemorazione congiunta, Todt invece s’è battuto fino all’ultimo perché il pensiero ai fatti del 13 novembre non oscurasse un’iniziativa su cui la Fia sta costruendo e investendo. Tra Parigi e Interlagos ci sono ottomila chilometri di distanza. E qualcosa in più.

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