Pioggia artificiale per fare show, l’idea di Ecclestone è già realtà al Paul Ricard

domenica 31 gennaio 2016 · Test
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Ne aveva parlato Bernie Ecclestone nel 2011: innaffiare la pista “per fare un bel po’ di spettacolo. Può funzionare a patto che nessuno sappia davvero quando arriverà l’acqua, esattamente come quando piove”. Del resto, “solo sul bagnato – ha sempre sostenuto Arturo Merzario – si torna a vedere chi sa guidare”.

Gli strumenti per mettere in pratica un’idea del genere esistono gà, dal 2002 ce li ha il Paul Ricard, un gioiello tecnologico con le vie di fuga in materiale abrasivo, una pista che può riprodurre cinquanta configurazioni diverse, senza tribune né reti di contenimento, di fatto uno degli autodromi più avanzati in sicurezza e strutture.

Un piano per portare la pioggia artificiale nei Gran Premi ancora non esiste. Ma secondo Paul Hembery “la proposta non è così sciocca come può sembrare“.

Intanto s’è servita Pirelli lunedì e martedì a scopo sperimentale nei primi test dell’anno, per irrigare la pista e provare le nuove mescole da bagnato con Kvyat, Raikkonen, Ricciardo, Vandoorne e Vettel. Per la cronaca, Mercedes non c’era perché non invitata: “Tre macchine alle volte erano sufficienti. Ferrari, Red Bull e McLaren – spiega Mario Isola – ci avevano già contattato”.

I risultati bisogna ancora valutarli, ma Pirelli ad Autosport fa sapere che la prima impressione comunque è positiva: “Abbiamo un buon prodotto per le condizioni estreme, anche le modifiche del battistrada hanno funzionato”. A Raikkonen invece piaceva di più la versione precedente.

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