Omozigoti inconsapevoli, Nico DiCaprio e Leo Rosberg, a ciascuno il suo oscar

lunedì 29 febbraio 2016 · Fuori tema
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Su Twitter con selfie annesso e occhi rossi, vai a capire se è la commozione o lo shampoo, Nico Rosberg nel giorno che fa funesto l’anno bisesto mette le mani sul trofeo per le pole position del 2014: “Meglio tardi che mai”.

Ne aveva fatte 11 su 19, le altre andarono 7 a Hamilton e una a Massa, in Austria. Bernie Ecclestone – che l’istituzione di quel trofeo l’aveva fortemente voluta per dare un senso in più al sabato pomeriggio – ancora non gli aveva fatto recapitare la coppa. Insolvente.

È passato quasi un anno e mezzo dall’ultima bandiera a scacchi di quel mondiale, nel frattempo in Formula 1 s’è corso un altro campionato intero. E Leonardo DiCaprio, che di Nico è omozigote inconsapevole, è arrivato all’oscar. Pure lui nel giorno che appare e scompare, pure lui meglio tardi che mai, a 12 anni dalla prima di sei nomination agli Academy. Un’agonia.

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