La Sauber verso il tracollo: in Cina coi soldi di Ericsson, poche chance di finire la stagione

domenica 10 aprile 2016 · Dal paddock
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Si mette male per la Sauber. Malissimo. Non entra nei dettagli, ma alla stampa svizzera l’ufficio stampa conferma che Hinwil ormai “va avanti giorno per giorno”. È la triste ammissione che fa pensare tanto alla vendita come alla chiusura. Insomma rischia grosso una delle squadre più longeve della storia della Formula 1, a sei mesi dal traguardo di 400 partenze.

Si naviga a vista, Monisha Kaltenborn conferma che la “soluzione definitiva” non c’è. Lei in Bahrain venerdì pomeriggio ha saltato la conferenza stampa dei team principal per “motivi personali”. La stampa non ci ha messo molto a scoprire che in realtà il vertice della Sauber era rimasto in Svizzera nel tentativo disperato di chiudere una trattativa con uno sponsor che portasse ossigeno.

Perché in effetti da quando è uscita la Bmw il team non s’è mai ripreso del tutto, ha cercato di rastrellare soldi dovunque, prima di tutto dai piloti con la dote. Per esempio Gutierrez nel 2013 al posto di Kobayashi che paga troppo poco, oppure Sirotkin nel 2014 come pegno per i fondi del governo di Putin. Soldi che alla fine si bloccano nelle pieghe della politica quando l’Europa mette l’embargo alle banche della Russia per l’invasione della Crimea. A quel punto la Sauber prova la strada americana, s’inventa il “pilota associato” e cerca di mettere in macchina Simona De Silvestro. Pure là qualcosa s’inceppa, per cui Hinwil vira su Ericsson e Nasr, ma promette un posto anche a van der Garde che ha una valigia interessante. Di qui la sceneggiata al tribunale di Melbourne l’anno scorso.

Tempi bui dunque. I dipendenti ricevono lo stipendio in ritardo, non ci sono né sponsor né prestazioni. Al punto che in Bahrain si sussurrava l’addio. Ad ogni modo, il viaggio in Cina è garantito, ma c’è voluto l’anticipo della rata del consorzio svedese che spinge Ericsson. Per il futuro nessuna garanzia.

Resta irrisolto insomma il nodo della sopravvivenza delle piccole squadre. A questo proposito la Sauber a settembre insieme con Force India ha presentato denuncia formale all’Unione Europea “per mettere in discussione la governance della Formula 1 e dimostrare che il sistema di divisione dei ricavi e il modo in cui vengono determinate le regole è iniquo e illegale”. La giustizia non s’è ancora pronunciata. La Sauber rischia di svanire prima di sentire la sentenza.

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