Pirelli ottiene i test per le gomme del 2017. Ma la riforma tecnica resta in standby

martedì 19 aprile 2016 · Politica
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C’è stato un meeting in Cina nel weekend del Gran Premio, ancora prima c’è stata tutta una serie di visite da parte di Charlie Whiting al quartier generale di Pirelli a Milano. Alla fine il marchio della P lunga ottiene quello che chiedeva da un anno alle squadre e alla Federazione: la possibilità di rivedere il regolamento sui test in funzione esclusiva dello sviluppo delle gomme.

La ratifica dell’accordo è arrivata lunedì pomeriggio, in extremis rispetto all’ultimatum che Paul Hembery aveva lanciato a Shanghai nell’intervista a motorsport.com:

If we can not work as we want, it becomes impossible to deliver what is required of us. We do not want to put our name at risk for the sake of not having the tests nor information necessary to do a good job. We have already seen that if then there are problems, then it is our fault.

Pirelli insomma minacciava di ritirare la candidatura per il prossimo triennio, di fatto lasciando la Fia senza un fornitore e senza la chance di trovarne un altro in tempi strettissimi. È una questione legale più che sportiva, perché è vero che l’intesa con la Fom è già siglata e risale al weekend di Sochi a ottobre, però manca ancora il bollino del Consiglio Mondiale. Per cui teoricamente Pirelli può ancora uscire.

Adesso in base all’ultimo negoziato la casa della Bicocca può avviare già a luglio i test per le nuove mescole e le nuove strutture, in tutto può provare per 25 giorni con cinque squadre.

Il punto è che ancora nessuno ha visto in dettaglio le regole dell’anno prossimo. Nessuno perché in effetti quelle regole ancora non esistono e proprio Pirelli ha tirato il freno sulla riforma dell’aerodinamica che ha proposto la Red Bull, in attesa che venissero disciplinate le prove private.

Chris Horner a Shanghai svelava che in fatto di regolamenti i team sono ancora in alto mare. E avvisava: “C’è una probabilità molto alta che entro la fine del mese non si trovi l’accordo, quindi rischia di restare tutto così”.

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