Montecarlo, il rebus delle gomme ultrasoft che solo Mercedes ha indovinato

lunedì 30 maggio 2016 · Gran Premi
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Era il weekend del debutto ufficiale dell’ultima nata, l’ultrasoft, la gomma viola con “la capacità di raggiungere la massima efficienza a temperature abbastanza basse, ma – specifica il sito di Pirelli – con una durata piuttosto limitata”.

Hembery per Montecarlo parlava di uno stint di almeno 15 giri. Che non sono pochi. Nemmeno lui, comunque, s’aspettava quello che ha fatto la Mercedes che al giro 31 mette le ultrasoft a Hamilton e Rosberg e li tiene in pista fino al traguardo senza drop-off. Totale: 47 giri. “Tantissimi, incredibile”, riconosce Hamilton.

È un aspetto curioso questo della resa delle gomme, anche perché i primi tre dell’ordine d’arrivo fanno tutti la seconda parte su mescole diverse – Hamilton ultrasoft, Ricciardo supersoft, Perez soft – eppure l’abisso cronometrico non si percepisce abbastanza. Chiaramente perché la mescola ideale non esiste in assoluto.

Qui però si apre la riflessione sulla progressione vincente della Mercedes che dopo le libere il quadro non ce l’aveva tanto chiaro: “Abbiamo mescole più morbide, ma il problema – spiegava Hamilton – è che su questa pista sembrano ancora troppo dure. Non è facile portarle nella temperatura di esercizio che vorremmo”. Tant’è che in qualifica sulle ultrasoft facevano tutti almeno un giro di riscaldamento prima di cercare la prestazione.

Domenica per via della pioggia la temperatura è scesa rispetto alle prove, teoricamente entrare nella finestra doveva essere anche più complesso. A maggior ragione per la Mercedes che quelle mescole non le aveva mai, mai, provate nei test e praticamente le ha scoperte solo a Montecarlo nelle libere.

“Da questo punto di vista – riferiva Paddy Lowe – non è stata un’omissione grave. Perché girare con le ultrasoft a Barcellona a febbraio non sarebbe stato comunque rappresentativo di quello che sarebbe successo a Montecarlo”. Viceversa, la Ferrari nei test in inverno ha speso tantissimo su ultrasoft e supersoft, s’è presa tanti record e una serie di dati non trasferibili.

Non a caso, Raikkonen con onestà sabato diceva: “Dai test sapevamo che l’ultrasoft fosse la mescola più facile da far funzionare, per cui quello che ci aspettavamo era che funzionasse qui. Invece così non è stato, perciò non abbiamo avuto grip”. Ma lui era pessimista anche sugli altri compound: “Non sarà facile, perché parliamo di composizioni più dure”.

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