La verità di Luca

giovedì 13 ottobre 2016 · Dal paddock
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Una volta si chiamavano interviste scomode. Fulvio Solms del Corriere dello Sport ha raggiunto Luca Baldisserri, s’è sentito in dovere e diritto dopo il tweet di Baldo – ilBaldoLuca come lo chiamavano nel box del cavallino e come si firma oggi su Twitter – sulla gara di Suzuka: “Un’altra strategia Tafazzi per il muretto della Ferrari”.

Il tweet adesso non c’è più. Evidentemente non è solo Hamilton quello che scrive di getto e poi si pente. In ogni caso, il punto di vista resta quello. Ovvero, la rossa ha toppato la tattica pure in Giappone:

A Suzuka per capitalizzare le buone prestazioni della macchina bisognava rendersi la vita semplice, non azzardare con gomme più prestazionali. Non era scontato che avrebbero tenuto per 19 giri, tra l’altro Raikkonen nei primi sette, otto giri con le hard era andato fortissimo.

C’è amarezza, serietà e verità nelle parole di uno che la Scuderia l’ha respirata negli anni d’oro e oggi dall’esterno percepisce un quadro diverso:

Purtroppo né Marchionne né Arrivabene hanno esperienza di corse, una cultura che oggi il vertice della Scuderia ha perso. Non sono più un team, ma un gruppo di persone spaventate. Lì dentro c’è un clima di terrore, i ragazzi non inventano, non decidono per la paura di essere allontanati con disonore.

Già, nel 2009 c’è andato di mezzo pure lui. Come dire che le epurazioni comunque non nascono adesso. E che certe uscite nelle interviste forse si spiegano soprattutto con l’astio che uno accumula negli anni e poi in qualche modo deve smaltire. Era il giorno di Pasquetta, la Ferrari di Stefano Domenicali metteva ordine al muretto dopo una strategia balorda a Sepang:

Avevo sbagliato in Malesia, ma fu giusto così, c’erano preoccupazioni personali, non ero sereno. Sono comunque rimasto nel team occupandomi dell’Accademia, fino a gennaio scorso.

Finché non è partito per la Williams per seguire Lance Stroll, un altro che ha girato le spalle alla politica di Maranello. Un altro che tenero non è stato dopo l’addio.

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