Mercato, troppe sorprese: Magnussen all’Haas, Ocon in Force India. E Giovinazzi col cerino spento
venerdì 11 novembre 2016 · Mercato
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Il mercato nelle posizioni di testa s’è chiuso d’estate con la conferma di Raikkonen alla Ferrari, a metà classifica invece qualcosa da sistemare c’era ancora. La Williams prende Stroll, il Brasile completa il puzzle: Magnussen all’Haas, Ocon in Force India, diversi musi lunghi nel paddock.
Il prologo al colpo di coda l’aveva scritto Hulkenberg col passaggio da Force India a Renault. Sembrava Palmer il più accreditato ad andarsene per fargli spazio, in crisi perenne di risultati e prestazioni, il fantasma di quel ragazzo brillante che due anni fa ha vinto la GP2. Invece è Magnussen che dopo un anno appena scappa dal team che l’ha riportato alle corse.
Da Interlagos i vertici della Regie svelano che potendo li avrebbero pure tenuti entrambi, “per una questione di continuità”. Magnussen da parte sua ribatte che offerta e prospettive non l’hanno convinto. Hulkenberg per contro ci intravede la mossa della vita: “La Renault nei prossimi anni giocherà un ruolo da protagonista”. Evidentemente, uno o l’altro ha fatto male i conti.
Insomma Magnussen preferisce l’Haas, “un approccio nuovo che sta funzionando. Un’opportunità fantastica”. Addirittura.
Resta a piedi Gutierrez che la Ferrari era riuscita clamorosamente e generosamente a piazzare sulla base dell’accordo di collaborazione tecnica. Lui la conferma per meriti invece non se l’è guadagnata, gli resta la Manor per aggrapparsi cocciutamente con le unghie e coi denti alla Formula 1, perché il posto che Hulkenberg ha lasciato in Force India è già di Ocon.
Anche questa una sorpresa, dal momento che gli occhi su quel volante li aveva messi Wehrlein che contava sulla raccomandazione della Mercedes. E adesso non vuole parlarne: “Direi qualcosa di cattivo e non mi aiuterebbe”.
In trattativa per andare in Force India con Perez c’era anche Antonio Giovinazzi. Pure lui resta col cerino spento: l’alternativa, la Manor, cerca sponsor anziché talenti.
