Il caso, dopo le parole di Ecclestone: quelle regole “per aiutare la Ferrari”. E quelle regole per danneggiarla

sabato 28 ottobre 2017 · Regolamenti
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“Rivelazioni sorprendenti”, le definisce Repubblica che le ha raccolte: Bernie Ecclestone da Londra riferisce di un aiuto sottobanco di Mercedes a Maranello, di regolamenti tecnici che sono stati “cambiati per aiutare la Ferrari”.

Nessuna rivelazione in effetti, tant’è che sul sospetto di una manina di Stoccarda all’ibrido del cavallino s’è detto e scritto già nel 2015. Quanto all’aiutino del potere sportivo, è la storia che parla, soprattutto quella recente.

Qualche esempio. Nel 1999, la Fia per ragioni di sicurezza mette al bando il berillio, toglie un vantaggio a Mercedes che deve rivedere pistoni e cilindri, è la Ferrari che mette la pulce nell’orecchio a Mosley. Sempre su imbeccata dalla Ferrari, Parigi nel 2003 ratifica l’introduzione di un controllo a posteriori sul battistrada, di fatto obbliga Michelin a modificare i pneumatici: la nuova procedura arriva a tre gare dalla chiusura, la Ferrari le vince tutte. E si porta a casa i titoli.

Ancora, nel 2006 la Federazione reinterpreta il regolamento sul mass-damper per lo smorzamento delle vibrazioni nel musetto, la Renault l’usa da un anno, ma ce l’hanno anche Ferrari e McLaren che non l’hanno sviluppato con la stessa efficienza e perciò invitano al cambio di rotta. Altro aiutino.

E poi ci sono i casi più freschi: a Silverstone il divieto del soffiaggio caldo propizia l’unica vittoria di Alonso nel 2011, la bocciatura alle sospensioni idrauliche interconnesse nel 2014 priva la Mercedes di un’altra genialata, pure l’introduzione dell’ibrido in effetti asseconda la volontà della Scuderia di spostare la prestazione sulla motorizzazione. Che poi la Ferrari non recepisca in tempo la novità, quella è un’altra storia. Dolorosa.

Cose note insomma. Nemmeno Mosley sul tema delle regole ad personam ha mai fatto mistero: “Non aiuto la Ferrari, ma sto attento a come la tratto“.

Fin qui il discorso pro Maranello. Perché poi in effetti nel conto entrano pure le mosse che il cavallino l’hanno azzoppato. Esempi, allora: qualifiche e gara con lo stesso treno di gomme nel 2005, il ridimensionamento dell’aerodinamica e la liberalizzazione dei diffusori doppi nel 2009, la decimazione progressiva delle giornate di test dal 2012, la revisione recente dei limiti di tolleranza sulla percentuale d’olio che si può bruciare con la benzina. La somma fa il totale.

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