La Formula 1 nel paradiso delle biciclette: cosa bolle in pentola per il Gran Premio di Copenaghen

venerdì 12 gennaio 2018 · Politica
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L’ultimo Gran Premio nell’area scandinava risale al 1978, si correva in Svezia ad Anderstorp, Chase Carey stava finendo gli studi all’università e nemmeno sapeva cosa fosse la Formula 1. Oggi il carrozzone lo conduce lui al posto di Ecclestone, sonda la prospettiva di tornare verso nord con un Gran Premio in Danimarca nel 2020.

La meta, Copenaghen. Che coi motori poco c’azzecca dal momento che per antonomasia quello è il paradiso delle biciclette. Comunque Red Bull c’è già stata, in avanscoperta per uno show con Coulthard il 3 agosto del 2012. Carey invece ci è andato mercoledì. Dice:

We’re excited about the opportunity to explore a potential race here. Copenhagen represents the type of location we think can really provide a great platform.

Non è un bluff, l’interesse di Liberty Media per la Danimarca è concreto, allo stato attuale i paesi nordici rappresentano un’area ancora inesplorata. Sempre Carey:

I do not want to say anything about how close we are, as we are interested in many places in the world. But Copenhagen is a special city and we have an opportunity to do something and make this a win-win for everyone.

Ma prima servono i soldi e la pista. I soldi deve trovarli un consorzio in cui partecipano ex ministri e banchieri, si stima un budget tra 40 e 65 milioni di euro con introiti almeno tripli. La pista invece l’ha già trovata Hermann Tilke sei mesi fa in occasione del primo sopralluogo, un percorso cittadino che ricorda la proposta di Bangkok.

Tecnicamente, per la Danimarca il posto in calendario c’è pure, perché Silverstone l’anno scorso ha fatto valere l’opzione per chiudere il contratto in anticipo: se non si fa avanti un altro circuito, quello del 2019 rischia di essere l’ultimo Gran Premio in Gran Bretagna.

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