Il tempo dell’addio: da Fangio a Schumacher, quando i big decidono di smettere

domenica 28 gennaio 2018 · Amarcord
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Gigi Buffon pesa la prospettiva dell’addio, quel tramonto agrodolce che presto o tardi incendia il cielo della carriera di ogni campione in ogni sport. Diceva Jackie Stewart: “Nella vita è tutta questione di tempi. Devi fermarti quando sei ancora al top”. Cioè prima che ti fermi il campo o ti fermi la squadra. Ecco come e quando è arrivata la svolta per i campionissimi dei motori.

Juan Manuel Fangio. Dà una cena all’indomani del Gran Premio d’Italia del 1958, là conferma il ritiro a cui pensa da giorni: “Il tempo dirà se le mie conquiste saranno ricordate”. Il fattore scatenante è la tragedia che uccide Musso a Reims.

Jack Brabham. Sempreverde, coriaceo, per i giornali è “il terribile vecchio”. Si defila solamente nel 1970 all’età di 44 anni, dopo sedici stagioni di Gran Premi e tre mondiali: “Ma avrei potuto continuare per un altro paio d’anni”.

Jackie Stewart. Da Monza ha la certezza del mondiale, nel 1973 ha già deciso il ritiro ma ancora non l’ha annunciato, nemmeno a sua moglie. Molla a Watkins Glen, non si schiera, subisce il contraccolpo psicologico della morte di Cevert, l’ennesimo dramma di una scia infinita: “Immaginate una finestra di un decennio in cui perdete 57 persone, amici e colleghi, li vedete morire in circostanze terrificanti mentre fanno esattamente quello che fate voi. Questo ho vissuto”.

Nelson Piquet. Duro a morire, quasi quanto Brabham. Finché nel 1991 alla Benetton non arriva Schumacher che lo fa sembrare troppo normale. Ad Adelaide implora Ascanelli, chiede di fare l’ultimo giro che chiude la carriera: non c’è verso, la pista è interdetta, lo zingaro si ferma là.

Alain Prost. È il 1992, non gareggia, teoricamente ha già chiuso la carriera. Invece telefona in Williams per farsi assegnare il posto di Mansell per il 1993, pone il veto all’ingaggio di Senna, prende il quarto titolo e scappa.

Michael Schumacher. In piena lotta per il mondiale, nel 2006 annuncia che può bastare, chiude come il più fedele alla Ferrari, il più fedele in assoluto allo stesso team. Tempo tre anni e ci ripensa, si fa convincere da Brawn e firma con Mercedes. Raccoglie solo un podio, si ritira nel 2012 quando la squadra lo rottama per Hamilton.

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