Pasticci da bandiera a scacchi, in anticipo… o in ritardo: se l’ultimo giro non è l’ultimo giro

sabato 16 giugno 2018 · Amarcord
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La Fia valuta quali misure adottare per scongiurare un remake del pasticcio del Canada dove Winnie Harlow – per colpe non sue – ha dato la bandiera a scacchi un giro prima del previsto. Lo stesso disguido in tempi recenti è capitato a Shanghai nel 2014. Due casi in quattro anni, inammissibile nell’epoca della Formula 1 iper tecnologica.

Ad ogni modo, di finali buffi i libri di storia ne riportano un certo numero. Racefans.net cita Buenos Aires, Gran Premio di Argentina del 1978: la bandiera a scacchi nella corsa di casa deve esporla Juan Manuel Fangio, pure lui l’anticipa di un giro perché confonde Ronnie Peterson in P5 e quasi doppiato per Mario Andretti che invece è in testa.

Ancora, Silverstone nel 1985, c’è un giro in meno pure là, i commissari si confondono perché Alain Prost ha doppiato tutto il gruppo, danno bandiera un giro prima. È una beffa per Nelson Piquet che perde l’opportunità di passare Jacques Laffite che resta senza benzina.

Fin qui nessuna malizia, ma c’è un caso perfino sospetto, risale al 1982 a Digione, Keke Rosberg passa Alain Prost al penultimo giro, conquista l’unica vittoria nell’anno in cui viaggia verso il titolo. Racconta: “Volevano fermare la corsa in anticipo. Il nostro team manager ha dovuto bloccare l’uomo con la bandiera a scacchi”. Secondo altre fonti invece è la Williams che fa esporre bandiera un giro oltre il dovuto così che Rosberg possa coronare la rimonta.

Infine, il caso più comico, quello del traguardo che non c’è: Pelé deve dare bandiera a Interlagos nel 2002, si distrae a ciarlare e buca l’arrivo.

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