Il grande salto: Leclerc in Ferrari nel 2019, Raikkonen retrocesso all’Alfa Sauber

martedì 11 settembre 2018 · Mercato
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Classe 1997, bandiera monegasca e numero 16. Ma quando la Fia un anno fa gli ha chiesto di scegliere il numero permanente, lui avrebbe voluto il 7 che invece era bloccato da Raikkonen. Di Raikkonen nel 2019 prende il posto alla Ferrari, è il primo dell’Accademia di Maranello a fare il grande salto in avanti, il salto che il cavallino prima ancora del destino ha negato a Bianchi.

Si chiama Charles Leclerc l’uomo del momento, nella graduatoria dei più giovani di sempre sulla rossa sarà secondo solamente a Ricardo Rodriguez. Sensazionale per una squadra che normalmente ingaggia dai 30 in su.

Prende una svolta meritata quanto imprevista la carriera di Leclerc nell’arco di 18 mesi. Cruciale il 2017, sul piano affettivo è l’anno in cui perde il papà, sul piano sportivo è l’anno dei test con la Ferrari. Soprattutto, l’anno del titolo in Formula 2 in una stagione da incorniciare, sei vittorie e otto pole position su dieci, un bollettino da leader che fissa il nuovo record della serie cadetta, un’autorità che manco Rosberg e Hamilton ai tempi della GP2.

È un biglietto da visita stellare che lo porta alla Sauber, anzi all’Alfa, grazie pure alla via preferenziale che gli assicurano i rapporti con la Ferrari. Già una vittoria, un’investitura perché Maranello decide che su quella macchina deve salirci lui anziché Giovinazzi.

Da lì in avanti il passo è breve, a Baku alla prima marcatura di punti totalizza 8, a giugno si fa largo l’ipotesi di metterlo insieme con Vettel in un avvicendamento con Raikkonen a mondiale in corso. È falsa la voce, ma il contratto c’è, la Gazzetta dello Sport all’epoca azzarda pure le cifre dell’ingaggio: 2 milioni di euro nel 2019 che diventano 3 nel 2020. In attesa dei gradi di Vettel.

Nrl frattempo la Ferrari congeda Raikkonen a cinque anni esatti dal giorno in cui l’aveva ripreso a bordo. Lo parcheggia con un biennale in Sauber, là dove Iceman iniziava la carriera nel 2001. Quando l’Alfa ancora non c’era e Leclerc aveva tre anni.

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