Riduzione delle spese, vincoli e principi: il budget-cap di Mosley corretto dalle squadre

mercoledì 19 ottobre 2011 · Esclusive
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Rettifiche sì, abolizione no. L’accordo sulla gestione delle finanze e delle risorse ha una serie di pecche che l’analisi di Capgemini sulla Red Bull mette indirettamente a nudo, ma non può sparire perché le squadre hanno bisogno di regole condivise per controllare le spese e non andare sul lastrico.

Martin Whitmarsh assicura: “Il patto ci ha permesso di risparmiare un mucchio di soldi”. E se la FOTA non l’avesse firmato “avremmo perso delle squadre”.

Tagliare i costi era anche l’obiettivo di Max Mosley. Però il suo progetto di budget-cap nel 2009 non poteva funzionare perché non rispecchiava la regolamentazione che le squadre cercavano e che invece hanno trovato con il Resource Restriction Agreement. Lo spiega Oliver Weingarten, il nuovo segretario generale della FOTA, su F1WEB.

Il patto RRA è un accordo tra tutte le squadre di Formula 1 che all’epoca della sottoscrizione (cioè negli ultimi mesi del 2009, ndr) affrontavano una crisi finanziaria senza precedenti che aveva comportato il ritiro di alcuni costruttori (Honda alla fine del 2008, poi Toyota l’anno dopo, ndr). Perciò le squadre hanno deciso di legarsi e darsi delle regole.

La differenza rispetto al budget-cap proposto da Mosley sta proprio qui: in quel caso in realtà venivano imposti dei vincoli di budget che le squadre ritenevano estremi e irrealistici e che avrebbero comportato numerosi licenziamenti in ogni team.

Il budget-cap avrebbe portato alcune squadre a ridurre il budget a un decimo, da un anno all’altro. E questo è stato ritenuto non solo inverosimile ma anche scorretto, quindi inaccettabile, perché le penalità previste nell’eventualità del mancato rispetto delle nuove norme avrebbero creato un campionato a due livelli e sarebbero state negative per lo sport.

Però era ovvia la necessità di ridurre i budget che erano saliti alle stelle negli anni Novanta. Le squadre hanno preferito agire autonomamente e sotto il loro stesso controllo. Hanno deciso all’unanimità di sviluppare e implementare l’RRA al fine di raggiungere gli scopi in maniera progressiva e opportuna. Questa struttura permette ai team di portare avanti un obiettivo comune, tenendo comunque conto della realtà che affrontano e che sono i più adatti a comprendere.

Insomma un patto studiato dalle squadre per controllare le squadre. Non è perfetto perché Red Bull ha trovato delle scappatoie e se n’è servita. Secondo Ross Brawn manca ancora “una revisione indipendente su metodi e cifre, in modo che tutti si possano sentire tranquilli”. Senza sospettare uno dell’altro.

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