Red Bull inciampa sulle novità: due teorie su Abu Dhabi e Interlagos

mercoledì 7 dicembre 2011 · Tecnica
tempo di lettura: 2 minuti

Coi titoli in tasca, Red Bull s’è concessa il lusso di chiudere il campionato portando in pista le idee dell’anno prossimo. E prendendosi dei rischi che forse spiegano gli inciampi di Yas Island e Interlagos.

In merito al ritiro di Vettel negli Emirati c’è soltanto il comunicato diramato da Pirelli che esclude il difetto strutturale del pneumatico. E Red Bull non ha interesse a fare chiarezza.

Seb però in Brasile veniva punzecchiato in continuazione dai giornalisti. È tornato sull’argomento e ha ammesso che la squadra stava provando “qualcosa di nuovo” e che ha imparato “una lezione”.

Sia Autosprint che Auto Motor und Sport sostengono che Red Bull avesse una mappatura estrema del motore. Più estrema di quella che ha impiegato per tutto il campionato, con i gas di scappamento che oltre a soffiare nel diffusore riscaldavano anche il battistrada delle gomme posteriori, in modo da cominciare la corsa con le coperture in temperatura.

La spalla del pneumatico però s’è bruciata. Un rischio di cui aveva parlato pure Pirelli a giugno quando la Federazione ha intrapreso la battaglia contro gli scarichi troppo vicini alle gomme.

E ammesso che non sia tutta una montatura per regalare la vittoria a Webber, anche l’avaria alla trasmissione in Brasile si riconduce alle novità che Red Bull stava sperimentando per il 2012, perché il ritiro patito a Yas Island autorizzava Vettel a sostituire la scatola del cambio a Interlagos. Perciò il team ne ha approfittato per montare i nuovi selettori. E non sapeva come interpretare l’anomalia che è venuta fuori nella telemetria.

Abu Dhabi, Interlagos, Pirelli, Red Bull, Vettel,