2011 Formula 1 season highlights

sabato 31 dicembre 2011 · Amarcord
tempo di lettura: 3 minuti

D’accordo, c’è il doping finanziario. Capgemini ha dimostrato che i bilanci di Mateschitz hanno un po’ di anomalie. Però nell’albo d’oro intanto resta una stagione stellare di Sebastian Vettel che a 24 anni è già una leggenda di record. Uccide il Mondiale, gli altri si lasciano ammazzare.

Le regole. Banditi f-duct e doppi diffusori, torna il kers, con l’ala mobile di cui i piloti non si fidano e le nuove Pirelli che a beneficio dello spettacolo durano un attimo. Cambiare tutto perché non cambi niente: il genio delle interpretazioni resta Newey.

Le novità. Arriva l’alta definizione per chi guarda le corse in tv. Nuovo anche il Gran Premio d’India, in un Paese a due facce che ostenta il lusso nel paddock e piange di povertà a due passi dall’autodromo.

La griglia. Esplode la carica dei piloti paganti. Sullo schieramento comunque ce n’è per tutti i gusti: vecchietti, bebè, redivivi e raccomandati di lusso. Ma si corre senza Kubica che per poco non si ammazza al Rally di Andora.

La Ferrari. Maranello ha poche idee già alla presentazione. Se ne esce con un nome atipico, una dichiarazione politica di Montezemolo. Che fa imbestialire la Ford per plagio. Al muretto il Cavallino però cambia i cervelli e dà più peso a Pat Fry. Poi pecca sistematicamente sulle strategie e vive nell’enigma della galleria del vento. A maggio cade la testa di Aldo Costa: dicono l’abbia chiesta Alonso.

La Red Bull. Piste lente, piste veloci, da carico alto, medio o basso: non fa differenza per la RB7. Che ha il kers in due blocchi e lo fa funzionare meglio degli altri. Che fa i pit-stop più veloci. Che nei box scalda i freni per trasferire il calore alle gomme. Che soffre il blistering in Belgio e poi vince lo stesso. Che usa delle marce cortissime a Monza e pure lì dà comunque la paga a tutti.

Lo show. Pirelli conta 1085 pit-stop in tutta la stagione, in media 57 per gara: un’overdose di soste che stressa i meccanici e manda le squadre in paranoia sulle interecettazioni radio per anticipare i cambi. Tra usura facile e DRS, il 2011 regala oltre 1200 sorpassi. Chi ne mette a segno di più è Schumi: 116.

La Federazione. Un anno più travagliato si fa fatica a trovarlo. Nemmeno il 2009 coi double-decker. La FIA si mette in guerra contro l’uso intelligente degli scarichi in frenata; a Silverstone cambia 5 volte le regole in 3 giorni. In Malesia applica il regolamento alla lettera per anestetizzare i piloti; poi lascia correre gli eccessi di Schumi a Monza perché i commissari si perdono le immagini del duello con Hamilton. Nonostante la direzione corsa abbia tutti i mezzi per sorvegliare la pista come fa il grande fratello.

Il Gran Premio del Bahrain. Rinviato, poi reintegrato, infine cancellato definitivamente. Sullo sfondo: il conflitto d’interessi di Todt e gli intrighi della casa reale. La Formula 1 si gioca la faccia a livello internazionale. Contro la corsa si schierano anche le associazioni per i diritti umani.

Tecnicamente. Al banco da disegno quella che azzarda di più è la Renault con gli scarichi avanzati che a metà campionato si rivelano per quello che sono: un rischio troppo alto per l’affidabilità e per la sicurezza del fondoschiena dei piloti. Un sistema simile ce l’ha pure la McLaren che però rinsavisce in tempo utile e rivoluziona la macchina a tre giorni dal via.

Le perle. La rimontona di Button che vince in Canada da ultimo a primo; il sorpasso di Webber su Alonso all’imbocco dell’Eau Rouge di Spa; quello di Vettel sempre su Fernando alla Curva Grande di Monza; la pole di Hamilton in Corea, l’unica che sfugge alla coppia delle lattine blu.

drs, Ferrari, Fia, McLaren, Nuova Delhi, Pirelli, Red Bull, Renault, Sakhir, Todt, Vettel,