Raikkonen a piedi, si prende un anno sabbatico. E ci guadagna

mercoledì 18 novembre 2009 · Mercato
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Voleva una macchina competitiva, voleva uno stipendio da campione del mondo, voleva ridurre gli impegni con gli sponsor e voleva l’autorizzazione a correre nei rally. A tirarla troppo, la corda s’è rotta. Nel 2010 Kimi Raikkonen si prende un anno sabbatico forzato. Non un addio, assicura lui, piuttosto un arrivederci al 2011, sempre che nel circus qualcuno accetti le sue condizioni.

Che non sono poche. Venerdì, Raikkonen è andato a Woking a ribadirle con i suoi manager, Robertson padre e figlio, che oggi fanno sapere: “Le opzioni per il 2010 erano o McLaren o niente“.

Ad Abu Dhabi, in un’intervista Kimi già lo aveva spiegato: “Non avrebbe senso andare in un’altra squadra, dove non ci sarebbero le garanzie per vincere. Sarebbe tempo sprecato”.

Ron Dennis era pronto a riprenderlo a bordo, solo che Raikkonen chiedeva un ingaggio che il team non era disposto a sborsare. Anche perché i soldi arrivano dagli sponsor e Kimi invece contestava la clausola dei 65 giorni all’anno per le attività promozionali.

Non solo: pretendeva l’autorizzazione ai rally, che Woking non voleva concedere visto che dal 2005 – dopo l’infortunio mai chiarito di Montoya – chi guida la McLaren accetta di astenersi da qualunque disciplina sportiva che non sia la Formula 1.

Respinto dall’unico team su cui puntava, Raikkonen ha preso la calcolatrice e ha fatto due conti. Scoprendo che nel 2010 – paradossalmente – può guadagnare di più guardandosi la Formula 1 da casa. Perché per scindere in anticipo il contratto, la Ferrari gli ha dovuto promettere 10 milioni di euro, che diventano 17 (messi a disposizione da Banco Santander) se Kimi non trova una sistemazione in Formula 1. Una penale più consistente di quello che la McLaren era disposta a offrirgli per un anno da titolare.

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