Ferrari, incertezza sul Gran Premio a Roma: “Ma decida Ecclestone”

sabato 18 dicembre 2010 · Politica
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È finita che nella questione del Gran Premio di Roma – sempre meno sportiva, sempre più politica – s’è inserita pure la Ferrari quando Montezemolo si è lasciato scappare il proposito del “vincolo di una sola corsa per nazione”. Oggi la Spagna è l’unico Paese che copre due slot nel campionato, sebbene Valencia sembri intenzionata a uscire. Due corse potrebbe averle anche l’Italia: una a Monza, l’altra – appunto – a Roma.

Alle parole di Montezemolo, Gianni Alemanno dalla Capitale ribatte: “Gli ho parlato e mi ha ribadito di non aver espresso nessuna contrarietà a un Gran Premio speciale di Formula 1 a Roma”. Speciale, perché voci di corridoio interpretano la tappa all’Eur come appuntamento una tantum: un’edizione e stop. 

La Ferrari con Stefano Domenicali precisa: “La nostra posizione è molto chiara e non lascia spazio a eventuali strumentalizzazioni. Non sarà più possibile avere due gare nella stessa nazione”. Però il Cavallino resta vago circa la sede: “Quella è una scelta che spetta al detentore dei diritti commerciali, il resto è pura speculazione”.

Insomma i nuovi orizzonti li valuta Ecclestone, ma alla fine a chiedere l’espansione sono i team: “Il nostro sport – ancora Domenicali – va sempre più nella direzione di allargare il numero dei Paesi che ospitano un Gran Premio. Tutti i team sono d’accordo”. 

A ottobre quando c’era il rischio che saltasse la gara a Yeongam, la Mercedes per bocca di Norbert Haug su autosport.com aveva ammesso: “Abbiamo supportato la decisione di andare in Corea. Se fossimo rimasti dove eravamo abituati a stare, anni e anni fa, oggi la Formula 1 non sarebbe quella che è”.

Cioè uno sport – meglio, una macchina commerciale – che va dove tirano i mercati: in Medio Oriente, a Singapore, in Corea. In India l’anno prossimo dalle parti di Nuova Delhi: lì la Ferrari, come anticipava Montezemolo alle Finali Mondiali di Valencia, “sta definendo i dettagli per l’apertura del primo show room”. I conti tornano.

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