Austin col cuore in gola: perché Mercedes temeva il ko di Hamilton come a Sepang

martedì 25 ottobre 2016 · Gran Premi
tempo di lettura: 2 minuti

Correva di riserva la Mercedes anche ad Austin, depotenziata come a Suzuka dopo i guai di Sepang: “E per tutta la corsa – dice Hamilton – non riuscivo a smettere di pensare all’affidabilità”.

È lo spettro del guasto tecnico, nella notte tra venerdì e sabato la squadra ha violato il coprifuoco per sostituire il circuito della benzina. Proprio sulla macchina di Hamilton. Non sono componenti soggetti a vincolo come quelli della trasmissione o del motore, il team perciò ha voluto cambiarli a scopo esclusivamente precauzionale. Spiegava Wolff:

We just saw some data where we were not sure whether it was all alright. Our main aim is to give them a reliable car so we can fight it out on track. Therefore we are being maybe uber cautious at the moment.

Eccesso di cautela insomma. Almeno nella versione ufficiale. Perché poi Hamilton senza entrare nei dettagli ha lasciato intendere che il problema al serbatoio potesse nascondere qualcosa di più serio che neanche Wolff ha voluto approfondire con la stampa, “perché non è il caso che qualcuno – leggi Ferrari e Red Bull, ndr – sappia troppo”.

Fatto sta che l’ansia è salita a mille sabato sera, quando dalla telemetria è venuta fuori un’altra anomalia, ancora una volta sul motore di Hamilton. Che al traguardo in conferenza stampa svelava:

Because we had another problem through qualifying yesterday, so I was down on power to Nico today, which would have cost me almost two seconds.

Neanche tanto insomma. Anzi praticamente niente perché due secondi sulla distanza totale di una gara che dura 56 giri significano appena 35 millesimi al giro. Wolff sminuisce, alla televisione inglese assicura che sia Hamilton che Rosberg fossero a pieno regime. Il dubbio resta. Lo spettro pure.

Austin, Hamilton, Mercedes, Rosberg, T. Wolff,