Gran Premi, la mannaia di Ecclestone taglia Montréal e Magny-Cours

giovedì 20 novembre 2008 · Politica
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A Montréal costruirono la metropolitana, scavarono le gallerie nel sottosuolo, depositarono 15 milioni di tonnellate di terra in un’ansa del fiume San Lorenzo. Dopo 10 mesi ne venne fuori l’isola di Notre Dame. Ci fecero i giardini, i laghetti artificiali e le piste ciclabili, un casinò, i padiglioni dell’Expo nel 1967, il bacino di canottaggio per le Olimpiadi del 1976 e pure un circuito.

Maurice Brisebois, del comitato organizzatore, suggerì Montréal perché era “il compromesso migliore fra i layout di Monte-Carlo e Long Beach, con quell’aria rustica degli altri tracciati”.

Erano i tempi di Gilles Villeneuve, che ancora non vinceva, ma già entusiasmava. E in Canada, specialmente nel Québec, la Formula 1 era uno sport che “tirava”.

Sono passati 30 anni e Bernie Ecclestone si è stufato di questa metropoli mezza inglese e mezza francese. E fa valere un vecchio debito per farla fuori: “Hanno pagato solo la metà dei soldi che ci devono”.

Non c’entra niente il degrado dell’asfalto del 2008. Semplicemente, Bernie voleva un fondo di garanzia di 143 milioni di dollari in 5 anni: “Le richieste della Formula 1 – fa sapere l’amministrazione di Montréal – sono improponibili. Voltiamo pagina”.

Brutte notizie anche per la Francia che rinuncia alla tappa del 2009. Ecclestone torna alla carica e attacca Magny-Cours, la Federazione Francese inizia a pensare seriamente a Euro Disney: “Fra tutte le opzioni – dice Nicolas Deschaux – è l’unica fattibile per il 2010”.

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