Quel codice a barre sulla Ferrari, per il Times è “pubblicità subliminale”

lunedì 3 maggio 2010 · Fuori tema
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C’è una direttiva europea che riprende un trattato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e vieta di sponsorizzare i prodotti del tabacco nello sport. In qualche modo l’ha recepita anche la FIA nel 2005, quando ha chiesto di chiudere “ogni forma di sponsorizzazione del tabacco”. Dal circus, le multinazionali del fumo sono scomparse. Ne è rimasta una soltanto: la Philip Morris, alla Ferrari. Anche come title sponsor.

Marchi non se ne vedono, ma quel codice a barre, in bella mostra sul cofano motore oltre che sull’uniforme ufficiale, desta sospetto perché ricorda troppo il logo Marlboro.

Ecco perché, secondo il Times, il portavoce della Commissione Europea per la Salute Pubblica ha sollecitato l’inchiesta del governo spagnolo e di quello inglese, per verificare un’eventuale violazione della legislazione antifumo e il possibile abuso di pubblicità subliminale.

Piccata, Philip Morris ribatte: “Un’accusa ridicola”. Non tanto. Perché la disposizione dei colori è strategica: più bande rosse in alto e maggioranza di quelle nere in basso.

A questo proposito, sempre sul Times, John Britton, il direttore del gruppo europeo sulla consulenza per il tabacco, spiega: “Il codice a barre somiglia alla parte inferiore di un pacchetto di Marlboro. Quando l’ho visto sono rimasto di sasso. Se guardiamo a come questo codice è cambiato negli ultimi anni, siamo di fronte a una pubblicità strisciante”.

Marlboro in sostanza è lo sponsor che non può starci ma c’è. Del resto Philip Morris ha un contratto da 75 milioni di euro all’anno fino al 2011. E non è credibile che si accontenti delle iniziative che menziona la Ferrari, cioè “le visite alla fabbrica, gli incontri con i piloti, la produzione di merchandising”.

La replica della Ferrari è scontata: “Nessun logo o marchio appare sulle monoposto sin dal 2008, anche nei Paesi dove la legge locale ancora lo consentirebbe”. E poi: “Il cosiddetto codice a barre costituisce parte integrante della livrea della macchina e di tutta l’immagine coordinata della Scuderia”. Però occupa gli stessi posti dove una volta c’era scritto Marlboro. E non è un caso che sia identico a quello sulla carena della Ducati, che pure ha un contratto con Philip Morris.

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