Ferrari, quasi pole in Germania. La rinascita in 3 mosse: queste

sabato 24 luglio 2010 · Tecnica
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Il tono serio di Sebastian Vettel la dice lunga: “La Ferrari a Hockenheim è competitiva”. Ci aveva preso in Canada, quando aveva indicato nella McLaren la minaccia principale. In Germania l’equilibrio si sposta: adesso alla Red Bull tocca vedersela con la Ferrari, che va quasi in pole con Alonso e paga 2 millesimi appena a Vettel.

La revisione della F10 si gioca su tre fronti: diffusore a scarichi soffianti, ritardo d’accensione del motore e realtà virtuale. Ma dalla Ferrari – ed è Stefano Domenicali ad ammetterlo sulla Stampa – “non sono venute fuori soluzioni eclatanti”.

Perché in effetti tutto ciò che dall’inizio dell’anno ha trasformato la F10 è di derivazione avversaria, a partire dall’aggiunta del sistema f-duct.

Anche l’ultima caterva di novità s’ispira alla concorrenza: il diffusore è quello in stile Red Bull con gli sfoghi bassi, abbinato a un’altra genialata del team di Mateschitz, la funzione di ritardo d’accensione sul motore per mantenere trazione anche in rilascio.

Invece la rivoluzione delle simulazioni arriva dalla McLaren. Se la porta dietro Pat Fry, che dal 1° luglio è il nuovo vice direttore tecnico della Scuderia. A Woking la chiamano Mission Control: è una gestione parallela del Gran Premio che si fa in officina mentre in pista gira il team ufficiale.

Un approccio che a Maranello mancava, perché “prima – conviene Domenicali – era tutto illimitato, dalle spese ai test. Adesso si ragiona in termini di budget e di simulazione. È come se da un giorno all’altro il calcio si giocasse sul prato sintetico. Lo sport è lo stesso, ma cambiano i materiali, la preparazione e la tecnica”.

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