La poltrona di Jean Todt resiste all’assedio di Mosley. E la FIA riforma lo statuto federale

mercoledì 10 novembre 2010 · Politica
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Un’assemblea generale con la più grande affluenza di sempre in un anno non elettorale. Un sostegno plenario per superare il passaggio cruciale degli stati generali mentre Mosley riorganizzava le forze e – secondo 422race.com – preparava le federazioni arabe a spingere Mohammed ben Sulayem a Place de la Concorde.

Invece resiste agli scossoni la poltrona di Jean Todt. Va avanti l’ex direttore sportivo della Ferrari alla chiusura del primo anno di mandato e il 5 novembre fa approvare la riforma dello statuto federale, che segue cronologicamente quella di marzo sulla separazione dei poteri.

Dal 1° gennaio 2011 saranno 3 gli organismi della FIA che amministrano la giustizia: il comitato per la nomina dei giudici, il Tribunale Internazionale e la Corte d’Appello Internazionale. Il primo valuta le candidature per l’accesso agli altri due.

Spetta al Tribunale Internazionale il giudizio di primo grado sull’infrazione degli statuti e dei regolamenti: 12 in tutto i giudici, indipendenti dal Consiglio Mondiale e da ogni organo della Federazione. Ricorso ammesso in Corte d’Appello: qui i giudici sono 24, anche in questo caso indipendenti dagli altri collegi.

L’assemblea del 5 novembre vota anche gli emendamenti al Codice Sportivo. Innanzitutto, licenza obbligatoria per chi prende parte ai campionati, senza distinzione di ruolo o livello: così la FIA si assicura il diritto di esclusione e sanzione diretta. Quello che formalmente non fu possibile né con Stepney e Coughlan per la spy-story né con Briatore dopo il ricorso in sede civile per il crash-gate di Singapore.

L’altra novità riguarda le superlicenze dei piloti: dall’anno prossimo la FIA può sospenderle per inosservanza del codice della strada. Un atto dovuto, per coerenza nei confronti della campagna per la guida sicura.  Hamilton ad aprile fu rinviato a giudizio – e poi condannato a 500 dollari di multa – per eccesso di velocità e guida pericolosa fuori all’Albert Park. Todt disse: “Il ruolo di un campione modello è incompatibile con l’infrazione sulle strade. Chi guida in gara è comunque uno che guida, come tutti gli altri”.

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