Pirelli e l’usura facile: show e rischi d’immagine. Paul Hembery su F1WEB.it

lunedì 14 marzo 2011 · Esclusive
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Erano trascorsi cinque mesi di sviluppo gomme a porte chiuse quando Pedro de la Rosa ai test di Abu Dhabi anticipava quello che il paddock avrebbe scoperto alla riapertura delle prove: “Le Pzero sono votate allo spettacolo. Specialmente le super soft che sono molto veloci ma hanno anche un grande degrado“. Il punto è che per una multinazionale come Pirelli l’esigenza di spettacolo va pesata con quella d’immagine.

È il discorso che F1WEB affronta con Paul Hembery, direttore di Pirelli Motorsport: “Questo è un aspetto molto interessante che ci porta a una questione di comunicazione. Noi – spiega Hembery – dobbiamo comunicare molto chiaramente quali sono in Formula 1 i nostri obiettivi e le nostre priorità, e cioè venire incontro alle direttive che ci hanno passato la FOM (la società di Ecclestone, ndr) e la FOTA (l’associazione dei team) per promuovere i sorpassi“.

L’aveva sottolineato a febbraio Maurizio Boiocchi, responsabile dello sviluppo Formula 1 per la casa della Bicocca. Hembery specifica: “Abbiamo progettato delle gomme che durassero per circa 100 chilometri (vale a dire un terzo della distanza di gara, ndr), il che dovrebbe portare a fare in media due pit-stop“.

Hamilton alle prove di Barcellona raccontava di aver percorso un run “dolorosamente lento e non esattamente eccitante”. Dice Kobayashi: “Una Red Bull con le gomme consumate va più piano di una Hispania con pneumatici nuovi”. Senza contare che secondo Vettel il battistrada perde troppi riccioli che si depositano fuori traiettoria e complicano i sorpassi.

“Non significa che non siamo capaci di costruire un pneumatico che dura tutta una corsa, o magari cinque o sei corse. Sarebbe pure decisamente più facile. Noi – precisa Hembery – vogliamo qualcosa che aiuti un pochino lo show”.

Nessun rischio sulla percezione del marchio da parte del mercato globale: “Chiariamo. Le caratteristiche di usura di queste gomme per la Formula 1 sono completamente diverse da quelle delle gomme per le stradali, perché fanno due lavori del tutto diversi, è come paragonare la mozzarella al parmigiano. Su questo siamo molto chiari”.

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