Interlagos, incidente mortale alla curva del caffè: è il terzo in quattro anni

martedì 5 aprile 2011 · Dal paddock
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In Brasile la chiamano “il tamburello di Interlagos”. Riferimento triste oltre che improvvido alla curva di Imola che il 1° maggio 1994 ha ammazzato Ayrton Senna. La curva do Cafe domenica ha fatto la terza vittima in quattro anni, Gustavo Sondermann, in condizioni impossibili di visibilità in Coppa Chevrolet Montana.

Nel 2007 l’incidente fatale era capitato a Rafael Sperafico, nello stesso punto e con la stessa dinamica: la macchina sbatte sulle barriere, torna in mezzo alla pista e viene presa in pieno dalle altre. A febbraio sulle due ruote era morto anche João Lisboa, fotografo e motociclista non professionista.

La curva del caffè è la velocissima piega che immette sul rettilineo d’arrivo. Poco più avanti c’è l’Arquibancadas, dove Webber e Alonso si schiantarono nel Gran Premio del Brasile del 2003.

Galvao Bueno, il più famoso telecronista sportivo brasiliano, adesso lancia l’appello: “Lavorare”. Caca Bueno, a nome dei piloti impegnati in touring car aggiunge: “Il problema è serio. La pista va cambiata. L’ideale sarebbe una via di fuga”.

Ma per fare una via di fuga ci vuole spazio. E invece dietro alla curva del caffè corre una delle principali arterie del quartiere di Interlagos. Quindi l’alternativa: una riconfigurazione del tracciato dal lato opposto. Per esempio con una chicane. Ma c’è un salto di parecchi metri tra il livello dell’ultimo tratto di pista e l’area interna all’anello principale.

Luciano Burti è nato a San Paolo. Dice che in un modo o nell’altro la soluzione c’è: “E va fatto qualcosa prima che accadano altri episodi”. Potrebbe prendere posizione anche la FIA. Che invece in fatto di sicurezza, pur di correre in America Latina da quando non c’è più l’Argentina, per il Brasile spesso e volentieri un occhio lo chiude.

Fia, Interlagos,