Ferrari fregata dal cambio di scala: ora l’upgrade della galleria del vento di Fiorano

venerdì 22 aprile 2011 · Tecnica
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Parte a Fiorano la ristrutturazione della galleria del vento del Cavallino Rampante. Una scelta obbligata perché i dati delle simulazioni sono in conflitto con i riscontri della pista.

Ci vorrà quasi tutto l’anno. La Ferrari nel frattempo lavorerà presso la Dallara oltre che a Colonia dove una volta c’era il quartier generale della Toyota e dove oggi le strutture vengono affittate ai big dell’auto per i test privati.

Impianti al passo coi tempi mentre quello della Scuderia oggi soffre l’età: il progetto è del 1997, l’ultimo upgrade è del 2006, quando vennero spesi 40 milioni di euro per l’installazione del tappeto vibrante che riproduce il comportamento della pista. Poi lo sviluppo non ha tenuto il ritmo della concorrenza.

Non è una questione di spazi di lavoro perché da quest’anno il patto della Fota sulla riduzione delle risorse comunque vieta i test in galleria del vento con modelli a grandezza naturale. Piuttosto, quello della Ferrari è un problema di calibrazione che è nato da un anno all’altro nel passaggio dai prototipi in scala al 50% a quelli in scala al 60%. Che rappresenta il limite massimo imposto alle squadre. Anzi, autoimposto.

Tecnicamente, il cambiamento di scala altera l’effetto di fenomeni termici e fluidodinamici. Il rischio delle tarature errate è di trascurare dei processi che sono secondari per il modello ma  invece diventano determinanti per la macchina reale. Per cui viene meno il principio di similitudine dinamica che sta alla base dei collaudi in galleria del vento.

Spiega Aldo Costa: “Stiamo lavorando per venirne a capo, abbiamo delle indagini in corso”. La Virgin progetta esclusivamente nel dominio digitale. Invece agli altri le gallerie del vento ancora servono. Quando funzionano.

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