Interlagos, le storie più strane: il vento, Pelé, la pioggia e i criminali

mercoledì 23 novembre 2011 · Amarcord
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È intitolata a Carlos Pace, sfortunato e indimenticato, inghiottito dalla foresta amazzonica in un incidente aereo nel 1977. La pista di Interlagos misura poco più di 4 chilometri, ai primordi era lunga il doppio, quando la Reta Oposta si affrontava in salita.

Circuito tecnico, succhia 3 chili ai piloti per il clima e il 7 percento di potenza ai motori per l’altitudine e la minore densità dell’aria. Dal 1994 al 2000 l’albo d’oro della corsa coincide con quello del Mondiale Piloti. E a contorno, Interlagos racconta anche le storie più strane. Per esempio…

2000. Il vento spacca i cartelloni pubblicitari sul rettilineo principale. Ne cade uno sulla pista mentre transita Alesi con la Prost.

2002. Nel warm-up Heidfeld sfascia lo sportello della macchina del medico che è intervenuta per prestare soccorso a Bernoldi con l’Arrows in fiamme. Pelé sul traguardo deve sventolare la bandiera a scacchi. Si distrae e si perde il passaggio di Schumacher.

2003. Tra pioggia e incidenti, la gara è interrotta con la bandiera rossa, la vittoria attribuita prima a Fisichella e poi a Raikkonen. La Federazione una settimana dopo ricalcola i risultati e restituisce il successo a Fisico.

2004. La terza sessione di prove libere viene sospesa perché due cani randagi si rincorrono su è giù per la pista alla curva Junçao.

2010. Jenson Button scampa a un’aggressione mentre torna in albergo dopo le qualifiche, poi la polizia scopre che è tutta una montatura delle guardie del corpo che volevano una promozione. Nelle qualifiche, Liuzzi sbatte e resta a bordo pista, deve rincorrere un ragazzo che scappa via con il volante della macchina mentre i commissari la trasportano oltre le barriere.

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