Bahrain, le cronache ambigue. Mentre Force India si spaventa e salta le libere

venerdì 20 aprile 2012 · Gran Premi
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Adesso che ci stanno davvero, le squadre guardano il Bahrain senza i filtri di Bernie Ecclestone e della FIA. Force India è quella che meno di tutte si fida delle rassicurazioni degli organizzatori dopo che mercoledì sera l’auto dove viaggiavano quattro uomini del team è rimasta coinvolta negli scontri tra i manifestanti e la polizia.

Nessun danno e nessun ferito. Il segno dello scoppio della molotov a cento metri dalla macchina è soprattutto emotivo. Di qui la decisione di saltare la seconda sessione di prove libere del venerdì per anticipare la partenza dal circuito e rientrare in albergo prima del buio.

Il team comunque precisa: “La decisione di venire in Bahrain è quella giusta. Ci preoccupiamo solo di fornire confortevoli condizioni di lavoro della squadra, in funzione anche della migliore preparazione delle monoposto per la corsa”. Si è ritirato invece il team MRS che doveva correre in Porsche Supercup a contorno dell’evento.

Nelle proteste si è trovato invischiato anche il minibus della Sauber che trasportava 12 meccanici. Dal comitato che organizza la corsa ribadiscono che le proteste non sono direttamente rivolte alla Formula 1. Anche Nabeel Rajab, che a Manama guida il movimento contro la famiglia reale, spiega alla BBC: “Nessuno ferirà nessuno che faccia parte di un team di Formula 1”. Per averlo intervistato, Stefano Mancini della Stampa è stato bloccato in aeroporto dalle autorità del Bahrain, poi è intervenuta la FIA per fargli avere il visto.

Le cronache nel frattempo non sono univoche. Flavio Vanetti del Corriere della Sera riferisce che “i focolai di tensione e gli scontri ci sono, ma sono in ben altre parti, cioè nella capitale Manama e nei villaggi”. Invece Cesare Maria Mannucci scrive sul sito di AutoSprint che è tutto tranquillo anche fuori dal circuito perché “Manama presenta lo stesso scenario di quando il Gran Premio si disputava in un contesto di assoluta sicurezza”. Strano perché gli uomini a volto coperto e gli incendi di cui parla la Sauber non li aveva mai visti nessuno.

I membri dei media comunque continuano a sentirsi a rischio. Paul-Henri Cahier, uno dei fotografi storici che va a spasso col carrozzone della Formula 1, a F1WEB.it ammette: “Andare in Bahrain è un grosso errore e anche un gran bel rischio”. Lui infatti è rimasto a casa.

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