Mugello, il test di primavera che chiude l’inverno. Così la Ferrari resta indietro

venerdì 11 maggio 2012 · Test
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L’equazione è elementare: più test uguale più sviluppo. Ma quello che viene fuori se si incrociano le dichiarazioni di Massa e Alonso dopo le prove del Mugello è che per le squadre – o perlomeno per il Cavallino – conta anche la tempistica che scandisce il calendario dei test.

Spiega Massa sul sito della Ferrari: “Il tempo extra fa sempre bene, ma non sono così sicuro di quanto sia stato utile”. Più precisamente: “Per andare al Mugello abbiamo perso una sessione all’inizio della stagione”, in un momento che per Maranello era delicatissimo perché in pista non funzionavano gli sviluppi degli scarichi.

Un anno fa la Federazione voleva estendere il numero di giornate riservate ai collaudi, poi la FOTA bocciò la proposta di Jean Todt e quindi nel 2012 il tempo di test a disposizione delle squadre è rimasto lo stesso del 2011, quando nell’arco del campionato non si poteva provare. Allora la sessione del Mugello è stata sottratta da quelle invernali che da 4 sono scese a 3: “E non sono sicuro – aggiunge Massa – che sia questo il modo di procedere”.

Praticamente la Ferrari ha impiegato le giornate al Mugello per completare i lavori previsti tra febbraio e marzo. Lo scrive Alonso senza remore: “Abbiamo analizzato una serie di set-up che ci mancavano dalle prove invernali, dove avevamo avuto dei problemi sulla macchina che ci avevano impedito di fare molti giri”.

Per cui quello che doveva essere il test di primavera è diventato l’ultimo dell’inverno. Mentre gli avversari mettevano a punto un pacchetto già più avanzato rispetto a quello della Ferrari.

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