Addio a Sid Watkins. Scompare l’anima medica della Formula 1

sabato 15 settembre 2012 · Amarcord
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Didier Pironi, Martin Donnelly, Rubens Barrichello, Karl Wendlinger, Mika Hakkinen: in qualche modo, dopo che li aveva sottratti alla morte, erano tutti figli suoi perché lui era l’anima medica della Formula 1. “Insostituibile”, dice Bernie Ecclestone. “Amato e rispettato”, scrive Jean Todt.

Neurologo e chirurgo, delegato medico della FIA per 26 anni consecutivi, Sid Watkins se n’è andato a 84 anni, “in pace – fa sapere la famiglia – dopo una breve malattia”.

Ecclestone nel 1978 gli assegna la supervisione della sicurezza in pista. All’epoca gli paga 35 mila dollari a stagione, spese escluse. “The Prof”, come lo chiamano nell’ambiente, impone l’utilizzo delle macchine di soccorso e degli elicotteri, progressivamente fissa gli standard per tutti i circuiti del calendario. È suo il protocollo ufficiale per l’estrazione dei piloti dagli abitacoli.

Nel 1994, l’anno nero della rivoluzione e del piano d’emergenza, comincia a lavorare per la fondazione di un comitato universale per la sicurezza nell’automobilismo sportivo; metodi e risultati poi vengono estesi all’industria dell’auto. Nel 1996 spinge la Federazione a lanciare la campagna di sperimentazione del sistema hans, che sta per head and neck support e che poi diventa obbligatorio con l’obiettivo specifico di scongiurare la frattura alla base del cranio. Quella che due anni prima aveva ucciso Roland Ratzenberger e che era stata riscontrata anche per Ayrton Senna.

Ma il suo è un contributo globale allo sport, “a favore dei piloti – scrive la FIA – dei commissari e degli spettatori”. I tributi si sommano. “E tutti noi – riconosce Ecclestone – abbiamo un debito nei suoi confronti, per la sua attenzione e il suo impegno”.

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