Quando Newey toppò il progetto: la McLaren fantasma che non vide le gare

giovedì 22 novembre 2012 · Amarcord
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Il rischio certe volte paga. Altre volte si paga. Adrian Newey nel 2012 ha reagito al cambio delle regole che ha vietato il soffiaggio basso, non si è adattato subito, ma poi ha prodotto la macchina con le performance migliori e ha risposto punto su punto alle restrizioni della FIA.

Visionario, innovatore, per certi versi diabolico. Ma siccome anche i grandi sbagliano e sono umani, pure Newey sul curriculum ha una macchia, codice MP4/18, la McLaren che non è mai arrivata ai Gran Premi e dai test a porte chiuse è passata direttamente al magazzino.

“La filosofia e gli elementi del design – spiega Martin Whitmarsh – erano attraenti. In effetti hanno portato performance. Solo che erano troppo ambiziosi e ne abbiamo tratto delle lezioni”. È il 2003: Newey plasma una macchina fantasma, disperatamente innovativa come disperatamente fragile, un pezzo da museo che adesso fa da supporto al simulatore elettronico di guida.

Fondamentalmente la MP4/18 ha un problema di linee, dal momento che le fiancate sono troppo rastremate e i radiatori non riescono a raffreddare il motore. Ma nemmeno la scocca è a posto, bocciata per ben due volte ai crash test della FIA prima ancora di andare in pista.

A Kimi Raikkonen e David Coulthard nel 2003 tocca farsi il campionato con l’evoluzione dell’anno prima, la MP4/17 in versione D, un’auto niente male, vincente in Australia e in Malesia, poi seconda nel Mondiale a 2 punti dalla vetta. Ma comunque inferiore a quello che può essere il rendimento velocistico della MP4/18. Che nei test fa tremare i polsi, perlomeno quando non si ferma.

Alex Wurz la collauda fino a metà stagione, instancabile fra uno schianto e l’altro, uno terribile a Jerez de la Frontera nei test di giugno. Poi alla fine Newey salva gli elementi migliori del telaio, li travasa sul progetto del 2004 e fa un passettino indietro.

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